Transitare su corso Mazzini, ora, è come una sorta di viaggio nel tempo dei sistemi che, negli anni, hanno provato a far diminuire la velocità ad automobilisti e motociclisti. Senza riuscirci. Le luci arancioni lampeggianti del semaforo ‘intelligente’ sono la spia di una serie di sistemi andati a vuoto, dimenticati, verrebbe da dire: quasi inutili.
Tutto ha avuto inizio proprio con il semaforo cosiddetto ‘intelligente’, installato nel 2016 sull’onda emotiva di alcuni drammatici incidenti sui ‘Tre Ponti’. Un sistema contestato sin dal principio soprattutto per il suo bislacco funzionamento: impostato sui 50 chilometri orari, di fatto fermava con il rosso chi transitava a velocità lievemente superiori senza però intercettare minimamente chi, invece, passava a velocità estremamente elevate.
Poi, a inizio 2019, è stato il momento dei ‘Velo ok’, le torrette arancioni che, però, entravano in funzione solamente con la presenza della pattuglia della Polizia Locale in zona. Anche in questo caso, capita la regola trovato l’inganno. Ed ecco che, salvo in caso di controlli sul campo, la velocità era di nuovo un “liberi tutti”.
Semaforo ‘intelligente’ e ‘Velo ok’, quindi, si sono rivelati investimenti che sostanzialmente hanno portato a poco. Se non a una campagna di deterrenza dal dubbio risultato. Per ottenere l’effetto desiderato si è dovuto attendere l’ultimo tentativo, l’autovelox installato sul rettilineo e che, dopo un periodo di test che necessitava la presenza della pattuglia in zona, è pronto per essere attivo 24 ore su 24 con controllo da remoto. E ora, effettivamente, il limite di velocità viene rispettato.