Il giro di vite dell’ospedale di Sanremo per gli ingressi delle salme nella camera mortuaria arriva a Genova all’attenzione del consiglio regionale. Il provvedimento di Asl1 prevede, infatti, una limitazione all’accoglienza delle salme che, per svariate ragioni, non possono rimanere in casa con ovvie conseguenze per le famiglie che, oltre al dolore per la perdita, si trovano a gestire situazioni a dir poco complesse nelle ore successive al decesso.
Il caso di Sanremo è arrivato all’attenzione del consiglio regionale tramite l’interrogazione presentata dal consigliere di opposizione Sergio Rossetti. “Chiedo la possibilità di modificare la decisione di Asl1 - ha commentato Rossetti in consiglio - la direzione dell’ospedale di Sanremo ha attuato un provvedimento che impedisce l’ingresso in camera mortuaria ai defunti che non possono rimanere presso la loro abitazione e che, storicamente, venivano ricoverate nella camera dell’ospedale per il saluto. Ora non è più possibile e non si sa dove metterle, quindi bisogna chiudere le salme senza commiato, vengono depositate in un locale non adibito al pubblico all’interno del cimitero. Anche altri presìdi hanno preso questa decisione che non pensiamo sia motivata dai numeri. Ne va della dignità della persone, del fine vita e della fase di saluto, di commiato. Viene calpestata la dignità delle persone”.
“Questa situazione è normata da un Dpr del ’90 che prevede siano i Comuni a trovare un locale per le persone che sono morte in abitazioni inadatte o in quelle nelle quali sia pericoloso mantenerle, oppure morte per un qualsiasi incidente sulla pubblica via, o in un luogo pubblico, o ignote - ha replicato l’assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola - non è previsto il deposito di salone che vengano dal territorio. Nelle strutture sanitarie sono previsti locali destinati a ricevere persone decedute all’interno delle stesse. Nel caso di decesso a casa è possibile che il medico rediga il certificato con una specifica richiesta per il trasporto o in obitorio, o nel cimitero o nelle camere mortuarie. Regione Liguria è in procinto di approvate il piano che dovrebbe chiarire chi fa cosa”.
Una risposta che non ha soddisfatto il proponente Rossetti: “Ricordo che da tre anni siamo in attesa delle disposizione che consentirebbero sia all’amministrazione civica che a terzi l’apertura delle case funerarie, l’amministrazione regionale ha responsabilità diretta. Se la giunta avesse fatto per tempo il regolamento e il piano attuativo della legge del 2020 sarebbero sorte le case funerarie che avrebbero risolto la situazione. Chiedo alla giunta di valutare la possibilità di una situazione transitoria. Se un ospedale non è deputato ma lo fa e lo ha sempre fatto e si trova in una situazione per cui a quel punto transitoriamente le salme di Sanremo possano stare nell’ospedale. Penso che ospitare delle salme sia per un ospedale il male minore. Questo è il mio auspicio”.