Il nove a uno con cui la lista targata Scajola ha battuto la compagine di sinistra fa parlare di Imperia anche fuori dai confini provinciali perché una debacle di tali proporzioni non poteva certo passare inosservata.
Eppure proprio il presidente Claudio Scajola, offrendo la possibilità di fare un listone condiviso, depoliticizzando il tutto, aveva offerto a tutte le sinistre la possibilità di evitare uno smacco clamoroso.
I conti, alle provinciali, è infatti facile farli prima visto che il cervellotico sistema inventato dalla coppia Renzi - Del Rio ai tempi del loro dominio del PD, quello dei voti ponderati, non lascia spazio a nessuna sorpresa. Viene quindi da chiedersi perché il PD, partito leader del centrosinistra, abbia caricato politicamente la partita, accettando di perderla e di brutto modo.
Due le risposte possibili.
Per portarsi comunque un posto a casa, con la sua massima espressione politica: il segretario provinciale Cristian Quesada. Costi quel che costi, perché le figuracce si dimenticano ma la poltrona resta.
Oppure per la necessità di dimostrare ai leader del nuovo corso dem, forse più a quello ligure che a quello nazionale, l'assoluta fedeltà alla linea. Così si spiegherebbe l'evidente assenza di tentativi di coinvolgere aree politiche storicamente vicine ai dem o interi pezzi di territorio, dove i sindaci e amministratori di sinistra sono ancora ben presenti, dalle valli intemelie a quelle imperiesi.
Invece, a sinistra, si è preferito delineare, con una lista ridotta al minimo sindacale (cinque candidati), il chiaro perimetro politico del nuovo corso. A costo, appunto, di una figuraccia.
Così però l'affermazione di Quesada comporta un rischio ulteriore. Come potrà nel consesso provinciale, solo contro tutti, un consigliere di minoranza di Vallecrosia interpretare con successo la linea antagonista?
Un compito oggettivamente difficile per chiunque. Chissà allora che, alle prime difficoltà, Quesada e con lui il PD non vengano imputati di poca fedeltà alla linea, con tutte le conseguenze del caso?
Se così fosse il "contrordine compagni, bisogna straperdere" per i reggenti locali del PD, segnerebbe una duplice, pericolosa sconfitta. A beneficio della fronda interna e/o di chi la "linea" a sinistra la osserva puntualmente ben prima che venisse dettata dalla Shlein.
Con buona pace del centrosinistra inclusivo e, con esso, dell'alternativa.