Attualità - 22 dicembre 2023, 17:09

Ventimiglia per la pace, associazione Penelope e Spes: "Noi donne diciamo no alla guerra"

"Firmiamo l'appello per la pace di Women Wage Peace e Women of the sun"

"Firmiamo l'appello per la pace di Women Wage Peace (israeliana) e Women of the sun (palestinese), che hanno lanciato una campagna internazionale per la loro presenza nei tavoli di trattativa di pace, come prevede la risoluzione ONU 'Donne, pace e sicurezza e invitiamo chi condivide la nostra idea di pace, paritaria, a unirsi a noi, come associazioni, forze politiche o come cittadine/i, sottoscrivendo l'appello 'Diamo voce alle donne palestinesi e israeliane'. Per aderire scrivere a elenaserio2014@gmail.com" - dicono l'associazione P.E.N.E.L.O.P.E.- donne del Ponente ligure per le pari opportunità e la Spes di Ventimiglia che aderiscono alla chiamata delle donne presenti nei vari teatri di guerra. In particolare, risponde alle richieste delle iraniane, afgane, ucraine, palestinesi e israeliane, impegnate in azioni di pace. 

"Non può che essere così, perché siamo generatrici di vita, quindi, siamo naturalmente per la pace e, da sempre, diciamo no alla guerra, in ogni sua forma. Per questo ci ribelliamo, in tutto il mondo, al sistema patriarcale, che la crea ogni volta che il suo potere è a rischio" - commentano - "È il patriarcato la radice di ogni conflitto, di ogni disarmonia, di ogni violenza, perché è basato sull'adorazione della forza fisica, in ogni ambito. È il patriarcato che vuole l'uomo dominante, non cedevole alle emozioni, e la donna sottomessa e arrendevole".

"In famiglia, la prima cellula sociale, che dovrebbe essere fondata sul rispetto e sull'amore, troppi maschi usano ancora violenza contro le donne, trattandole come schiave, perché questo stabilisce la logica imperante della forza" - sottolineano - "Anche sul lavoro, in tante parti del mondo, viene negato alla donna. E dove la presenza femminile c'è, la parità salariale è ancora lontana dall'essere raggiunta, rendendo difficile il percorso di emancipazione e indipendenza della donna, a garanzia di libertà".

"In politica, dove a decidere le sorti del paese, composto per metà da donne, sono soprattutto gli uomini, perpetrando l'eterno circolo di sopraffazione, violenza e morte. Nei conflitti armati, voluti e combattuti dagli uomini, in cui, da sempre, le donne vengono coinvolte e usate, loro malgrado, in tutte le operazioni logistiche e di cura, divenendo facili bersagli di criminali strategie di guerra, ma sistematicamente escluse dai tavoli che decidono i futuri assetti geo-politici del mondo" - fanno sapere - "Ma una cosa è certa: la pace non si otterrà sino a quando noi donne non avremo voce in capitolo e la giusta rappresentanza nei trattati di pace".

Redazione