Eventi - 16 dicembre 2023, 15:20

Sanremo: Vito Fiorino, soccorritore nel drammatico naufragio a Lampedusa nel 2013, incontra gli alunni di Coldirodi

Vito ha raccontato ai presenti la sua storia, a cominciare dal suo personale trascorso di migrante, dal sud al nord Italia negli anni ‘50

Questa mattina, nella piccola, ma affollata, sala conferenze della Pinacoteca Rambaldi di Coldirodi, gli alunni dell’I.C. Sanremo Ponente, (plesso di Coldirodi), alcuni docenti, genitori e volontari hanno avuto la possibilità di incontrare Vito Fiorino, soccorritore nel drammatico naufragio, verificatosi a Lampedusa il 3 ottobre del 2013.

Vito ha raccontato ai presenti la sua storia, a cominciare dal suo personale trascorso di migrante, dal sud al nord Italia negli anni ‘50. La vita difficile, la povertà, i pregiudizi verso i meridionali, la fatica nello studio e poi il suo lavoro di falegname, che lo ha portato a mettere in piedi un’azienda con ben 11 dipendenti. Fino ad arrivare all’incontro con l’amore della sua vita: Lampedusa.

Una settimana di vacanza trascorsa sull’isola nel 2000, lo porta a decidere di trasferirsi in quella terra; si aggiusta una barca, apre una gelateria, e con alcuni amici, a tarda sera, una volta chiuse le attività, prendono il giro di uscire in barca per un tuffo, due chiacchiere e un po’ di relax in compagnia. Quella fatidica notte decidono di fermarsi a dormire in mare e al mattino sentono provenire dall’acqua un “vociare”: non grida di gabbiano o di altri uccelli marini, ma grida di dolore. Circa duecento persone annaspano nelle acque intorno a loro. Che fare, nell’attesa dell’arrivo della guardia costiera? Cominciano a tirare su gente: una, due, dieci, venti… Quarantasei uomini e una donna trovano la salvezza su quella imbarcazione, omologata per nove, che il precedente proprietario aveva battezzato con il nome profetico di “Nuova speranza”. Con i migranti salvati è nata una storia che è più di un’amicizia: si rivolgono a Vito chiamandolo “father” e ogni anno, il 3 ottobre, molti di loro si ritrovano a Lampedusa per commemorare quei fatti drammatici. Per il suo grande gesto di carità la Fondazione Gariwo gli ha dedicato un albero nel Giardino dei Giusti di Milano e lo ha onorato con il titolo di “Giusto”.

Fiorino, attraverso le vicende raccontate, ha parlato ai ragazzi di determinazione, ha consigliato loro di mettere da parte i soldi e spenderli per viaggiare, conoscere il mondo e in libri. Li ha incitati a inseguire i propri sogni, a non essere indifferenti, a tendere la mano all’altro, ad amare.

I ragazzi, commossi, lo hanno salutato con la bellissima poesia di Carlo Betocchi “Ciò che occorre è un uomo”, che sembra raccontare la storia di Vito e quella dei tanti Giusti. Il giovane Alessio Ranciaffi gli ha dedicato con il suo clarinetto “Vessilli di pace”, una marcetta scritta da Mons. Maurizio Raffa, Giusto tra le Nazioni, nativo di Bajardo, onorato nel Giardino dei Giusti a Coldirodi lo scorso anno. Una ragazzina ha disegnato per lui un fiore, segno di rinascita, con la scritta “He’s my father”.

I ragazzi gli hanno dato appuntamento al prossimo anno, a marzo, nel loro Giardino dei Giusti, dove ci sarà modo di commemorare anche il suo gesto e ringraziare, attraverso di lui, tutti gli abitanti di Lampedusa, per quanto fanno ogni giorno nel campo dell’accoglienza.

«Questa mattina Vito Fiorino ha lasciato il segno, soprattutto nei giovani presenti - afferma il Consigliere comunale Roberto Rizzo -. Siamo orgogliosi che la Pinacoteca Rambaldi, recentemente riaperta al pubblico, e che oggi Vito Fiorino ha avuto modo di apprezzare accompagnato da Lucetta Vistarchi, stia diventando, ogni giorno di più, un luogo dove la cultura si fa incontro, per il bene di tutti».