Eventi - 03 dicembre 2023, 19:23

Sanremo: importante pomeriggio di cultura a Villa Nobel con lo scrittore Matteo Nucci e il suo libro 'Il grido di Pan' (foto)

Nucci è stato ospite della rassegna 'Sa(n)remo lettori curata dalla professoressa Francesca Rotta Gentile del Liceo Cassini

È iniziata questo pomeriggio a villa Nobel la rassegna letteraria Sa(n)remo lettori, con la presentazione del nuovo libro di Matteo Nucci Il grido di Pan. L’autore, introdotto dalla curatrice della rassegna professoressa Francesca Rotta Gentile e intervistato dalla professoressa Stefania Sandra, entrambe docenti di Lettere al liceo G.D. Cassini di Sanremo, ha spiegato al pubblico e ai numerosi studenti presenti in sala il potere del dio Pan.

“L’incontro, per una serie di eventi – spiegano dal Cassini -, è iniziato proprio alle ore quindici, cioè nell’’ora immota’, nella ‘controra’, cioè l’ora del riposo, l’ora panica, in cui il dio della fertilità, della Natura, della sessualità inesauribile, Pan appunto, si riposa e, se svegliato, col suo grido getta nel panico chi ha osato svegliarlo. Quindi la riflessione letteraria, che richiede attenzione e lucidità, potrebbe essere una violazione al silenzio del dio, ma in realtà la controra, chiarisce Nucci, è l’ora del riposo dal negotium, dalla iperproduttività di cui la società moderna si è resa schiava, è l’ora in cui non si può lavorare, bensì si deve riflettere in un sano otium che permette all’uomo di fare discorsi alti, di porsi domande sulla vita e sulla direzione che ognuno di noi ha dato ad essa. In questo senso l’incontro letterario nelle ore del dopopranzo è gradito a Pan, perché permette a tutti i presenti di ‘mettersi in crisi’, riflettere senza fretta nell’ora che sovverte le leggi del tempo ‘produttivo’.

Dopo un bellissimo intermezzo musicale con Pietro Franza, che al piano ha suonato Majestic, la intervistatrice, con il supporto delle letture fatte dagli studenti, ha proposto un tema molto presente nel libro di Nucci, ovvero la complessità della vita. L’autore così ha portato a riflettere sul fatto che sono difficili le cose belle, che la strada del pensiero, del logos è quella più lunga, che vedere la bellezza nella difficoltà aiuta gli uomini a vivere davvero. Il messaggio, quindi, come Nucci ci ha abituato con la schiettezza delle sue affermazioni, è un contro messaggio, che si scaglia contro la frenetica necessità di semplificazione, di velocità, di successo rapido e senza ostacoli della nostra modernità. Così il discorso polemizza con l’uso/abuso del cellulare, con la mania di immortalare l’istante senza viverlo, di comparire per un attimo con il volto felice postato sui social, senza godere davvero, senza la volontà di recuperare le cose belle, vere, complesse, come una discussione con gli amici accompagnata da un buon vino.

Su invito della intervistatrice l’attenzione ritorna al mondo greco, da cui tutti i nostri pensieri derivano ed in particolare a due filosofi molto cari a Nucci: Eraclito e Parmenide. I due filosofi, ci spiega l’autore, sono davvero complessi, oscuri al di là di ogni spiegazione o libro di filosofia, perché in realtà essi vogliono spaesarci e così curare i mali degli uomini e l’unica cura che esiste davvero è accettare l’enigma della vita, perché l’enigma siamo noi. Così l’indagine critica, il porsi domande è l’antidoto unico al monopensiero, alla superficialità delle mode, che riduce la vita entro canoni prestabiliti. Quindi l’uomo deve evitare di divenire ‘idiota’, che non è un termine ingiurioso, ma indica solo chi ha interesse esclusivo per il proprio particolare, per il proprio interesse privato e non sa guardare oltre, a lungo termine. Nucci poi si sofferma su alcune 'idiozie’ del nostro tempo, in cui si combattono guerre per vendetta, si distrugge sistematicamente senza un pensiero rivolto al futuro, quando già lo stesso Platone scriveva che rispondere a una ingiustizia con una ingiustizia è un a scelta errata. Non solo, ma dal mondo greco e dalla guerra fra Atene e Sparta ci arriva anche la lezione che talvolta bisogna saper coltivare l’oblio, bisogna avere il coraggio di dimenticare (e non commemorare soltanto) per andare avanti.

Suggestiva è poi l’analisi che lo scrittore fa sul rapporto fra l’uomo e l’animale e racconta della sua passione per la Corrida e per i tori, e poi si sofferma con un certo spirito provocatorio per le abitudini attuali di alcuni di noi sul distorto rapporto fra uomo e animalità. Oggi quindi risulta evidente la tendenza ad antropomorfizzare gli animali, non solo parlando con loro come se fossero anch’essi dotati di logos, ma camuffandoli come esseri umani. L’autore sottolinea anche il pericolo intrinseco ad un esagerato pensiero ‘antispecista’, e alla sue derive brutalmente animaliste , tanto da porre sullo stesso piano (in casi estremi ovviamente) uomini e animali.

L’incontro, nella sua parte finale affronta altri temi importanti come la morte, il panico e gli attacchi di panico e la vergogna. Così Nucci ci fa riflettere che le persone non solo vincono la morte restando vive nei nostri pensieri, ma che noi tutti siamo le persone che abbiamo amato; che le crisi di panico sono determinate dall’ansia di prestazione a cui ogni giorno tutti, e con maggiore gravità i giovani, siamo sottoposti in una società basata sulla performance e che la vergogna non è una debolezza, bensì ‘ solo chi sa arrossire diventa filosofo’.

Così, al termine di un bellissimo pomeriggio di cultura, Nucci si congeda ricordando che, al di là di ogni sfida, tutti gli uomini da sempre desiderano essere felici”.

C.S.