Commissione consigliare a Taggia per parlare di Ospedale Unico e della variante che giovedì prossimo approderà in consiglio comunale. Un momento di confronto allargato a consiglieri e assessori, insieme ad ASL 1 per fare il punto sul futuro nosocomio provinciale.
Una decisione, quella di allargare la commissione consigliare a tutti, presa dall'amministrazione comunale del sindaco Mario Conio, a fronte della complessità della tematica trattata. Il tutto in vista di una assise storica per la cittadina. Giovedì il consiglio comunale sarà chiamato ad indicare dove verrà collocato l'Ospedale, a nord della stazione ferroviaria, oltre a prendere atto delle numerose opere che saranno necessarie per renderlo operativo e fruibile (LINK).
L'intervista a Chiara Cerri
Idee chiare per l'amministrazione comunale in vista dell'assise cittadina, come ha sottolineato la capogruppo di maggioranza, Chiara Cerri. Hanno preferito non esprimere giudizi o anticipare la linea, i due consiglieri del gruppo Progettiamo il Futuro, Gabriele Cascino e Giuseppe Federico, rimandando al consiglio le osservazioni e le eventuali critiche o perplessità. Gli esponenti di minoranza stanno ancora analizzando le numerose informazioni contenute nella relazione di oltre 200 pagine che accompagna la pratica.
Da tempo, intorno all'Ospedale Unico, va avanti un lungo e serrato confronto tra Comune, ASL 1 e Regione Liguria. La commissione odierna doveva servire proprio ad analizzare i numerosi aspetti legati all'opera e chiarire eventuali dubbi con il referente dell'azienda sanitaria locale, il dott. Riccardo Rebagliati.
L'ospedale sorgerà nella piana di Taggia e sarà integrato con il sistema delle case della salute. L'opera costerà circa 372 milioni di euro e ambisce a cambiare per sempre la gestione sanitaria locale. Sulla carta, il 2024 potrebbe essere l'anno giusto per vedere la progettazione definitiva e poi la gara d'appalto europea per affidare i lavori. A quel punto ipotizzando che la procedura si chiuda senza intoppi, il cantiere potrebbe iniziare tra il 2025 e il 2026, con un tempo necessario per arrivare ad un ipotetico taglio nastro dopo almeno 4 o 5 anni.