L’autotrapianto di capelli è un vero e proprio intervento di microchirurgia che prevede l’estrazione delle unità follicolari da zona donatrice e il loro reimpianto nell’area calva, e, in quanto tale, non è esente da potenziali effetti collaterali. Tuttavia, le attuali tecniche di trapianto hanno ridotto in maniera drastica l’insorgenza di eventuali rischi, garantendo al paziente altissime probabilità di ottima riuscita dell’intervento. Oltre a questo, l’esperienza e la professionalità del chirurgo tricologo cui ci si affida, sommate ai requisiti igienico-sanitari della clinica in cui avviene l’operazione, sono condizioni essenziali per ridurre ai minimi termini il manifestarsi di possibili controindicazioni.
Quando si parla di complicanze dovute al trapianto di capelli si fa riferimento a situazioni assolutamente non mortali o invalidanti, che consistono grosso modo in:
- Angolatura anomala del capello
- Shock loss
- Sanguinamento eccessivo
- Parestesia cutanea
- Cisti dermoide
- Edema e gonfiore
- Follicolite
- Infezione
Angolatura anomala del capello
Se l’unità follicolare viene reinnestata nel cuoio capelluto seguendo un’angolatura errata, i nuovi capelli potrebbe crescere nel verso sbagliato o, ancora peggio, non crescere affatto. Nel primo caso, l’effetto andrebbe a danno dell’immagine, poiché la crescita dei fusti in una direzione anomala può delineare un aspetto poco naturale della chioma. Nel secondo, invece, il capello non crescerebbe affatto e, con molta probabilità, svilupperà una ciste sotto cutanea.Shock loss
Dopo circa 4 settimane dall’autotrapianto i pazienti potrebbero notare una perdita di capelli nella zona donatrice. Questa condizione viene definita shock loss, in quanto si tratta di una caduta fisiologica dei capelli dovuta allo stress subito dal cuoio capelluto nel corso dell’intervento di autotrapianto. In questo caso non c’è nulla da temere, poiché i capelli ricresceranno nei mesi successivi, in modo del tutto naturale.
Sanguinamento eccessivo
La possibilità che si verifichi un’emorragia durante un autotrapianto è molto bassa, se si fa uso delle tecniche FUE e DHI. Qualora capitasse, comunque, il rischio sarebbe quello di compromettere l’estrazione e il successivo reimpianto dei follicoli, ma non ci sarebbe alcun pericolo per la salute del paziente. Per prevenire questa complicazione, generalmente, si adotta un protocollo che prevede l’iniezione di un farmaco vasocostrittore durante la sedazione del cuoio capelluto.Parestesia cutanea
Per parestesia cutanea s’intende una sensibilità modificata della cute del cuoio capelluto. Come qualunque genere di operazione, anche il trapianto di capelli genera dei lievi traumi al sistema nervoso superficiale, nonostante per le tecniche FUE e DHI non sia prevista alcun tipo d’incisione. Fortunatamente si tratta - spesso e volentieri - di un disagio che svanisce dopo poco tempo, in modo del tutto spontaneo.Cisti dermoide
La cisti dermoide è un ammasso, solitamente benigno, che può sorgere sotto la cute del cuoio capelluto a causa di un cattivo posizionamento del follicolo nel derma. Tende a essere riassorbita spontaneamente dall’organismo ma, in casi più gravi, può essere incisa e successivamente drenata dal medico.Edema ed ecchimosi
La comparsa di edema o ecchimosi frontale dura di solito pochi giorni e non comporta nessun problema o grave conseguenza per il paziente. Per la prevenzione dello stato di gonfiore viene applicata una fasciatura sul cranio a seguito dell’autotrapianto. Ad ogni modo, è bene rispettare il riposo post-operatorio per consentire alla cute di rigenerarsi al meglio.Follicolite
L’insorgere di piccole pustole sul cuoio capelluto, dopo un intervento di autotrapianto, è qualcosa di normale che non deve allarmare il paziente. Nel caso in cui il numero di pustole fosse, bensì, molto numeroso, basterà contattare il proprio medico, il quale provvederà a prescrivere un farmaco specifico o a drenare i brufoli.
Infezione
L’infezione è una delle controindicazioni più gravi dell’autotrapianto monobulbare, perchè rischia di determinare il rigetto dei follicoli appena impiantati e, di conseguenza, la perdita di tutto il lavoro svolto. In ogni caso, resta una possibilità abbastanza remota poiché, se l’intervento è avvenuto in una sala operatoria debitamente sterilizzata, la sua eventuale comparsa potrebbe essere riconducibile a specifiche condizioni del paziente, come il diabete, l’iperidrosi, l’immunodepressione o una scarsa igiene personale. Per prevenire il problema è consigliabile l’assunzione di antibiotici a seguito dell’operazione.Come sottolineato all’inizio, tutti questi possibili rischi si azzerano nel momento in cui il paziente decide di affidarsi alle mani di chirurghi esperti, come Dr Luis Eduardo Gesù e di cliniche d’avanguardia, come la Clinica AraMedica.