"La permanenza di mio marito Sabino al reparto Hospice di Sanremo è stata breve: è stato ricoverato per una settimana esatta. Se è vero che lo scorrere del tempo è misurabile in modo oggettivo, tutti sappiamo che in realtà poche cose sono soggettive come il tempo che passa. Ci sono minuti che sembrano durare un'eternità e anni che volano in un batter d'occhio. Ebbene, qualunque sia stata la percezione di questo tempo possiamo saperlo solo noi, e chi come noi sa cosa significhi aver avuto l'impressione di vivere in una clessidra, ma questi sette giorni di degenza sono bastati per percepire la delicatezza, professionalità ed empatia del personale in servizio all'Hospice.
C'è un film che invita a riflettere sulla 'bellezza collaterale' che si crea in circostanze di estremo dolore: ne abbiamo fatto esperienza durante questa settimana, in cui siamo stati accompagnati con dolcezza e professionalità verso una meta che non avremmo mai voluto raggiungere, ma che per qualche ragione il destino aveva previsto fosse la nostra. La bellezza collaterale, oltre che nell'affetto dei nostri cari, la abbiamo trovata anche nel personale in servizio presso l'Hospice, nella loro presenza rispettosa e nel grande valore umano che ci hanno mostrato. A loro va il nostro sincero ringraziamento. Famiglia Saracino".