Il Parco naturale del Marguareis, al confine tra Piemonte e Liguria, sta diventando sempre più un “laboratorio di selvicoltura”. Gli estesi boschi che caratterizzano l’alta Valle Pesio sin dai tempi della fondazione della Certosa sono stati scelti per tenere cinque corsi per la qualifica di “operatore forestale”.
La notizia è stata diffusa dal portale delle Aree protette Alpi Marittime. Organizzati da Enaip e Formont hanno proposto i moduli di formazione “F3”, “F4” ed “F5” rivolti all’abbattimento di piante, all’esbosco, all’allestimento del cantiere e all’uso delle attrezzature in sicurezza. Parallelamente si è tenuto anche un corso per istruttori forestali a cura di “Formazione 3T”, centro di formazione specializzato in arboricoltura, corsi forestali, tree climbing e sicurezza sul lavoro.
La valenza di “laboratorio di selvicoltura” del Parco del Marguareis è evidenziata anche dalle attività esercitate da diversi anni dalla Facoltà di Scienze forestali dell’Università di Torino. È notizia di questi giorni la prossima collocazione di strumenti chiamati tree talkers che monitorano lo stato e l’evoluzione del bosco fornendo agli studiosi utili indicazioni anche sui cambiamenti climatici tutto l’arco alpino.
Le attrezzature sanno posizionate a quote differenti per indagare varie tipologie forestali. L’Università in collaborazione con il Parco inoltre predisporrà e studierà quattro aree recintate l’evoluzione del bosco nelle aree dove, nel 2018, si è abbattuta la Tempesta Vaia.
I ricercatori analizzeranno situazioni diverse: zone dove il Parco ha rimosso o meno le piante abbattute e in altre analoghe però con la presenza o assenza di ungulati selvatici. Tali indagini saranno replicate dall'Università anche in altre aree alpine colpite dall’evento estremo. L’affermazione del Parco in ambito forestale dipende anche dall’impegno dalla pianificazione degli interventi forestali avviata dall’istituzione dell'area protetta attraverso tre Piani di assestamento, caso unico in Piemonte.
Questi hanno permesso l’applicazione di una gestione consapevole, “sostenibile”, rispettosa del paesaggio e delle altre funzioni pubbliche del bosco. È con questa “filosofia” che l’Ente organizza annualmente lotti boschivi per ditte forestali e altri, di più piccole dimensioni (max 5.000 metri quadri), per l’approvvigionamento annuale di legna da ardere da parte di privati.