Nelle vigne liguri si fanno i conti con uno dei pochi aspetti positivi del grande caldo dell’estate 2023. E, in generale, del complessivo aumento delle temperature.
La vendemmia di quest’anno sta dando risultati soddisfacenti nella nostra regione, un dato in netta controtendenza rispetto alla media nazionale. Da Levante a Ponente c’è una generale soddisfazione per il raccolto e per la produzione che ne seguirà, circostanza confermata anche per le produzioni locali di Pigato, Vermentino, Ormeasco e Rossese.
“La vendemmia in Liguria ha tenuto molto bene ed è stata avvantaggiata da un clima secco che ha consentito di non avere problemi dal punto di vista di malattie o funghi, come invece è accaduto in altre parti d’Italia dove si registra una produzione negativa - commenta Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria - cresciamo del 5% rispetto al 2022, mentre il dato a livello nazionale è in negativo. Questo conferma la propensione ligure a ottenere vini di altissima qualità sempre più ricercati dai mercati nazionali e internazionali e questo si può vedere anche con l’impossibilità, già alla fine dell’estate, di trovare nei ristoranti bottiglie di produzione nostrana. Anche Pigato, Vermentino, Ormeasco e Rossese sono andati bene, la quantità è cresciuta anche se non di molto e la qualità è molto buona per il fatto che il clima (purtroppo) sempre più caldo ha consentito alle vigne di svilupparsi bene”.
“Il problema del settore è la crescita - aggiunge Boeri - la produzione di vini dovrebbe e vorrebbe crescere molto velocemente, ma viene limitato dai vincoli nazionali per l’attribuzione delle superfici da poter coltivare per le DOC. Ogni anno si può crescere dell’1% rispetto alla superficie vitata regionale e noi, avendola molto bassa in Liguria, definiamo questo 1% in una ventina scarsa di ettari. Un incremento che a livello regionale non ci consente di crescere come invece il mercato e le aziende richiederebbero. Rispetto alle altre regioni è una goccia nel mare”.
“Noi, come Coldiretti, abbiamo chiesto all’assessore regionale di farsi carico di una modifica al regolamento introducendo una quota minima a cui sommare l’1% per circa 50 ettari in in modo da poter crescere ogni anno in maniera più consona alle richieste delle aziende” così conclude il presidente Regionale.