Sanità - 16 settembre 2023, 07:00

La consapevolezza che cura

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

La PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia), nuova scienza che si occupa delle correlazioni tra le emozioni e i pensieri con gli ormoni e il sistema immunitario, sostiene che tutte le nostre emozioni hanno una influenza reale sul nostro organismo. Partendo dal presupposto che tutte le emozioni, sia buone che cattive, se in eccesso, sono nocive, possiamo però distinguere tra alcune, come la gioia e l'amore ritenute salutari, e altre come la rabbia, il rancore, l'invidia o la gelosia, pericolose per il nostro equilibrio psicofisico.

Ogni emozione, positiva o negativa che sia, produce nell'organismo una corrispondente secrezione ormonale. Così da una parte avremo gli “ormoni del benessere” come le endorfine,  analgesici naturali che servono a rilassarci e ad alleviare il dolore, con una azione simile alla morfina; la serotonina “ormone del buonumore” e le anandamidi che,  saturando i centri cerebrali del piacere, ci provocano un senso generale di leggerezza mentale e fisica; dall'altra avremo gli “ormoni dello stress” come l'adrenalina e la noradrenalina, ormoni prodotti in particolari condizioni di paura, ansia e pericolo, e il cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali quando l'organismo è “sotto stress”, utile in un primo momento, ma poi a lungo andare deleterio per gli organi e tossico per il cervello. Insomma, non c’è emozione che non venga “scaricata” sul nostro corpo fisico. Ecco perché è così importante non ignorare i suoi bisogni.

Farlo, vorrebbe dire condannarlo ad un più veloce e inevitabile deterioramento. Del resto abbiamo già visto come un “terreno” intossicato e avvelenato, si indebolisce più facilmente diventando più propenso a contrarre malattie di ogni genere! Per questo motivo dobbiamo trattare il nostro organismo con cura, come faremmo con un qualsiasi oggetto a cui teniamo. Ma questo non basta per garantirci la salute!

Non possiamo limitare l'uomo al suo “involucro di carne” perché il suo “essere” è costituito da altre dimensioni molto importanti che comunicano tra loro e sono indissolubili: la dimensione psicologica (emozioni e mente) e la dimensione spirituale (spirito).

Entrambe molto spesso sottovalutate o del tutto ignorate. La prima, se ben gestita, ci permette di esprimere, attraverso una mente equilibrata, le nostre emozioni, eliminando lo stress e le tensioni quotidiane generate dalla paura, dalla rabbia e dalle frustrazioni della vita. Una buona gestione emozionale ci aiuta a cicatrizzare i traumi affettivi del passato, a trovare la forza di cambiare, di resettare tutto e di ricominciare da capo, se necessario.  

Più volte abbiamo parlato dello stretto legame esistente tra il corpo e la nostra mente: le emozioni e i nostri pensieri sono trasmessi dalla mente al nostro organismo tramite il sistema nervoso: una moltitudine di neurotrasmettitori, di ormoni e di ghiandole endocrine, tutti impegnati a fare da intermediari tra la mente e il corpo fisico.

Capite quanto è importante imparare ad eliminare lo stress quotidiano attraverso l'espressione emozionale, sfruttando al massimo le immense risorse della nostra mente. Ma nella ricerca del nostro equilibrio non dobbiamo dimenticarci di un elemento fondamentale: l'aspetto spirituale. Parlo di una condizione particolare in cui ci sentiamo in armonia con la natura e con l'universo intero. Quella sorta di consapevolezza che ci conduce a comprendere che il senso della nostra vita sta proprio nel ricercare l'amore, la condivisione e il bene comune.

Quella forza che ci fa sentire “cittadini del mondo”; liberi da schemi mentali, preconcetti e pregiudizi. Ignorare i “bisogni dello spirito” significa rinunciare alla nostra libertà e al vero obbiettivo della nostra esistenza e ci spinge ad alimentare solo il nostro “ego”, inteso come egoismo, privati di una coscienza ecologica e sociale. Significa rinchiudersi in gabbie mentali deleterie, del tutto incapaci di vivere le emozioni senza rimanerne schiacciati. Non sappiamo sacrificarci per una buona causa o per il bene comune, nè tendere una mano a chi è in difficoltà o più semplicemente regalare un sorriso a chi da tempo lo ha perso!

Ma come possiamo pensare di essere in grado di regalare un sorriso a qualcuno se noi per primi abbiamo smesso di sorridere? Come possiamo pretendere di amare gli altri se per primi non siamo in grado di amare noi stessi? Ecco perché è molto importante avere un giusto equilibrio nella nostra mente ed essere in grado di educare le nostre emozioni, senza reprimerle. Ma vi siete mai domandati cosa fanno le emozioni quando invadono il nostro organismo? Svaniscono nel nulla o rimangono intrappolate in un recondito angolino del nostro inconscio?  La verità è che le emozioni provocano delle vere e proprie “tempeste” all’interno del nostro corpo.

A seconda che si tratti di una emozione positiva o negativa i cambiamenti sono molteplici: il cuore può aumentare i suoi battiti con il crescente aumento della pressione arteriosa; la respirazione cambia; il sangue defluisce dall'estremità per andare ad irrorare meglio il cervello e i muscoli, che a loro volta vengono energizzati dall'aumento di glucosio nel sangue; le pupille si dilatano e il sudore può ricoprire il nostro corpo.

Tutte queste reazioni biochimiche sono legate ad ormoni diversi e coinvolgono organi diversi. Il problema è che se viviamo in un costante stato di stress, le emozioni che viviamo saranno solo sempre quelle negative, legate alla produzione solo degli ormoni dello stress, di cui abbiamo accennato prima, che, stimolati da queste reazioni, in mancanza di uno spegnimento dello “stimolo stressorio”, non vengono eliminati, ma rimangono in circolo e il loro accumulo diventa nocivo e pericoloso per l'organismo, compreso naturalmente per il nostro cervello. Si crea una sorta di circolo vizioso da cui è molto difficile uscire.

Le nostre ghiandole endocrine, stimolate da situazioni stressanti, continuano a secernere questi ormoni ma, vista la natura delle “cause stressorie”, oggi soprattutto psicologica, e la reazione, oggi sempre meno “fisica”, si produce un pericoloso sbilanciamento tra la quantità di ormoni prodotti e la possibilità di eliminarli.

Del resto, gli “eventi stressori” moderni sono molto diversi da quelli dei nostri antenati: non dobbiamo più fuggire davanti ad una belva feroce per non essere sbranati o al contrario rischiare la vita affrontandola per poterci nutrire, al massimo abbiamo a che fare con un capo ufficio troppo esigente, un marito infedele, un amico opportunista, un licenziamento immotivato, un commerciante truffatore o un ispettore delle tasse. Tutte circostanze stressanti che stimolano la produzione degli ormoni dello stress, che producono in noi una reazione di rabbia e rancore che quasi sempre rimane intrappolata nel nostro organismo, proprio per l'impossibilità dell'uomo moderno di “scaricare” con una adeguata reazione fisica.

Questo ci porta inevitabilmente a subire situazioni e persone e, frenando le nostre reazioni, alimentiamo la nostra frustrazione. Così tratteniamo le lacrime, la collera, il disappunto, il rancore e questo ci fa ammalare. Gli ormoni vengono prodotti, ma non eliminati, e come rifiuti chimici radioattivi, sotterrati abusivamente, andranno ad avvelenare il nostro terreno, minando le difese immunitarie e aprendo le porte a infezioni e malattie di ogni genere.

Quanta energia “sprecata”, buttata via per realizzare questa “interiorizzazione forzata” e questa “gabbia emozionale”! Così a forza di gestire male le nostre emozioni, soffocando la collera, negando la paura, camuffando la tristezza, scivoleremo impotenti nel “mal di vivere” diventando personaggi scomodi, ingombranti, negativi, poco reattivi, incapaci di reagire alle difficoltà e agli ostacoli della vita quotidiana! Ma come possiamo sopravvivere alle tensioni e allo stress quotidiano che si accumulano nel nostro corpo? E' facile, liberandocene! Prendiamo esempio dai nostri organi emuntori, che eliminano quotidianamente i rifiuti e le tossine organiche.

Seguendo lo stesso principio dobbiamo trovare il modo di liberarci dalle emozioni negative, per evitare che il corpo, a forza di somatizzarle, si ammali! Del resto, è noto a tutti che lo stress, se non sfogato si accumula: nessuno con cui parlare, con cui abbandonarsi ad un pianto, con cui esternare la propria tristezza, delusione, ira o paura!

Quando lo stress aumenta ognuno somatizza secondo le sue predisposizioni genetiche. Ed è sempre l'anello più debole della catena che cede per primo! Ma come abbiamo detto più volte, il nostro organismo, che è una macchina intelligente, prima di deteriorarsi completamente, ci avverte e lo fa attraverso i sintomi, sta poi a noi saperli riconoscere e correre ai ripari. La migliore ricetta antistress è l’amore per sé stessi e per la vita.

Questa condizione d'animo determinerà una abbondante secrezione di “ormoni del benessere” che andranno a rinforzare il sistema immunitario e ad aumentare l'energia vitale. Dobbiamo essere onesti con noi stessi, obbiettivi e coerenti.  

Prestiamo molta attenzione e impariamo a porci delle domande: “Che cosa mi sta dicendo questo sintomo fisico? Perché quella persona mi crea disagio? Perché non riesco ad accettare certe cose e le vivo come imposizioni? Quelle parole mi hanno particolarmente ferito, perché?”.

Cercare le risposte rafforzerà il vostro spirito, porterà energia alla vostra mente e acquieterà le vostre emozioni e il vostro organismo godrà di salute vera.

Redazione