Vela e glamour, su il sipario sull’edizione 2023 delle Vele in banchina Anselmi

Si è alzato il sipario, ieri pomeriggio, sull'edizione 2023 di Vele d’Epoca, manifestazione che, nel corso del tempo ha subito modifiche e cambiamenti.

Variazioni e trasformazioni. L’unica costante sono i soliti “volti noti”, rappresentanti politici ed istituzionali di un’Imperia che mai è cambiata e mai cambierà. 

Un tempo si accedeva alla banchina, il giorno in cui apriva ufficialmente l’evento, esclusivamente su invito e con un dress code impossibile da ignorare. 

Ieri la partecipazione era molto nazional popolare e, il dress code, una parola difficile da interpretare. 

Meno equipaggi a presenziare l’apertura della kermesse e, a quanto risulta, almeno per ora, nessun armatore. In aumento, rispetto la scorsa edizione, il numero dei velieri iscritti, anche se mancano alcuni nomi eccellenti come Creole, Moonbeam, Mariquita e Orion, tanto per citarne alcuni. 

Passeggiata tra le barche per mamme e bambini, carrozzine e vacanzieri rimasti, i quali, prima di tornare alle proprie città, hanno approfittato degli ultimi giorni di relax per godere della libertà che, solo bermuda e canottiere, prendisole e ciabatte, sanno regalare. 

Presenti, come da copione, numerosi rappresentanti delle Forze dell’Ordine, tra i pochi vestiti “formal” perché, si sa che il fascino della divisa è intramontabile. Polizia e Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Capitaneria di Porto, Polizia Penitenziaria e polizia locle con la Benemerita che, per l’occasione, si è avvalsa del supporto di alcuni uomini dei Gruppi Speciali, i quali, si tratteranno ad Imperia fino a domenica, il giorno che sancirà la chiusura dell’edizione 2023.

Poche, anzi pochissime, le ladies del capoluogo e dintorni che sempre, sono state una presenza costante all’evento mondano per eccellenza, della città. Chissà se anche loro si son lasciate ammaliare dalla tendenza del:” No, io non c’ero”, diventata la secret password tra le bloggers più famose e le nuove influencers internazionali. All’Inno  di Mameli, trequarti dei presenti erano distratti da: telefonini, chiacchiere, pacche sulle spalle, risate e selfie.