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Attualità | 07 settembre 2023, 15:38

Imperia “Oltre ai 100”. Nino Ciccione, una storia della Grande Guerra. Un nome che resta nel cuore degli imperiesi

In occasione del 130° anniversario della fondazione del Genoa, una puntata speciale della rubrica curata da Mario Ottolenghi Andreoletti

Imperia “Oltre ai 100”. Nino Ciccione, una storia della Grande Guerra. Un nome che resta nel cuore degli imperiesi

Ciccione Giovanni Simone Francesco Paolo, da tutti conosciuto, però, come “Nino”, nasce a Oneglia il 30 agosto 1893 da Damiano, funzionario di Dogana di origine genovese e dalla onegliese Giovannina Belgrano. Il caso vuole che una settimana dopo la sua nascita, il 7 di settembre, veda la luce presso la sede del consolato inglese di Genova via Palestro il Genoa Cricket and Athletic club, società, nella vulgata, considerata il primo club calcistico nato in Italia.

E la vita, invero assai breve, del nostro risulterà intrecciata anche con le vicende del sodalizio rossoblù. Ed è infatti a Genova, che, già da giovanissimo, cominciò a giocare al pallone nell’attuale Piazza della Vittoria.

La vicenda di Nino Ciccione, raccontata puntualmente da Enzo Ferrari nel suo “La Grande Guerra nel pallone”, è un storia di sacrificio per la Patria e al contempo di grande passione sportiva.

Molti documenti (cartoline, appunti e note), raccontano la sua vita borghese e militare. I principali sono la biografia autografa scritta nel 1917 sull’attestato di riconoscimento della sua invalidità e il resoconto stilato al momento della richiesta d’intitolazione dello stadio di Imperia nel 1959.

In quest’ultimo si parla della passione calcistica e per la quale Nino trascurò gli studi, "con gran dispiacere del babbo". Nino era felice quando era in porta, nel pieno del suo ruolo e delle sue forze. "Giocava nel pomeriggio appena ritornava da scuola e, quando rincasava (questo avveniva sempre più tardi) riceveva, senza troppo scomporsi, la solita severa sgridata dal babbo". Per la sua abilità nel gioco riuscì a inserirsi nella neonata squadra del “Genoa 1893

 Ma nel maggio 1915 l’Italia entra in Guerra e il ventiduenne Nino Ciccione andrà al fronte.

Nel suo racconto dalle trincee, datato 11 ottobre 1917, poco prima di Caporetto, si definisce apertamente interventista per il presente, pur “contrario sempre a qualsiasi guerra, specialmente a quella di Tripoli”, perché “l’Italia non poteva, senza andare incontro a conseguenze forse disastrose, mantenersi sempre neutrale”. Ciccione, inquadrato in fanteria nella Brigata Modena, parla dei disagi quotidiani, degli incontri fortuiti, delle fatiche vissute quasi in allegria. Pioggia a dirotto, fango, marce forzate precedono scariche improvvise di fucileria che fanno “impressione perché sono i primi colpi”. Un documento che svela una storia forse comune a tanti giovani che si sacrificarono nella Grande Guerra, fatta di malesseri, sacrificio e di emozioni.

Fu sul monte Rosso, nella zona del Monte Nero, che Nino fu gravemente ferito alla testa, un trauma i cui postumi ne avrebbero poi causato la morte, all’ospedale genovese di Pammatone il 15 aprile 1918. L’azione è plasticamente descritta nel citato lavoro di Enzo Ferrari che riprende la cronaca fatta all’epoca da un altro imperiese Carlito Rainisio compagno d’armi del nostro: "Vedo il caporale Ciccione da mio posto d’artiglieria. Bello, alto, fiero si slancia contro il nemico e combatte senza risparmio".

Passeranno gli anni e quando la Città decise di inaugurare un nuovo stadio, nel 1959, il nome di Nino Ciccione fu il prescelto, quale connubio di ideale patriottico e passione sportiva.

Non a caso la partita inaugurale del nuovo impianto fu disputata dall’Imperia proprio contro il “suo” Genoa.

Ed è ancora contro il sodalizio genoano che nel 1971, in un Nino Ciccione gremito da oltre seimila persone, la città visse il suo più alto momento calcistico. La sfida era valida per il campionato italiano di serie C e i neroazzurri fermarono i rossoblù sullo zero a zero.  

Ancora di recente, nel 2019, lo stadio che porta il nome del nostro è stato teatro di una prestigiosa amichevole con il Genoa cricket and Football club.

Ad onor del vero in quest’ultima occasione gli Ultras Imperia disertarono polemicamente il match sostenendo che “onorare il nome di Nino Ciccione vorrebbe dire avere cura dello stadio sempre e non con lavori dell’ultimo giorno per le amichevoli di lusso

Oggi il Genoa celebra i suoi 130 anni mentre l’Imperia calcio si avvia a festeggiare il centenario, lontano dalle mura amiche del Nino Ciccione a causa degli imminenti lavori della nuova cittadella dello sport.

Per evitare il sorgere di nuove polemiche e soprattutto al fine di onorare la memoria di questo giovane caduto imperiese è bello pensare ad uno stadio presto rinnovato e finalmente moderno dove veder di nuovo confrontarsi squadre di prestigio. E immaginare, chissà, il giovane Nino, alto, tra i pali, a difendere ancora una volta la sua porta come, a prezzo della vita, ha difeso la sua Patria.

Mario Ottolenghi Andreoletti

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