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Attualità | 03 settembre 2023, 12:02

Sanremo: nuovo lavoro del coreografo Marcello Algeri dell’Ariston Proballet sui problemi sociali

Trattati i temi del bullismo, differenze di genere, diversità etniche, inclusione sociale, disabilità

Sanremo: nuovo lavoro del coreografo Marcello Algeri dell’Ariston Proballet sui problemi sociali

Sabato 23 settembre 2023 nella meravigliosa cornice di Bergamo Alta all’interno della 13a edizione del Festival Internazionale Landscape (i maestri del paesaggio), la compagnia Ariston Proballet 1 e 2 di Sanremo danzerà la prima nazionale del suo nuovo lavoro dal titolo ‘Me and the Others’. Dopo questo spettacolo la Compagnia porterà questo nuovo spettacolo in tournee nazionale, che toccherà, ovviamente, anche la Liguria, ed internazionale.

Ospiti della serata i danzatori solisti Valentina Quaroni, Elena Crespi, Umberto Rota e la cantante Claudia Marchetti.

'Me And The Others' (Serata di Danza in Tre atti) 

«La STORIA che vorrei raccontare si intitola “IO E GLI ALTRI” e ... Tanto altro che ora non voglio specificare per lasciare, a chi la guarda, il massimo di libertà interpretativa.

Il mio nuovo lavoro coreografico "ME AND THE OTHERS" è un momento di riflessione che inizia dall'accettazione di sé, condizione necessaria, per poi accettare l’altro. Le nostre riflessioni vogliono stimolare pensieri e nuove sensibilità verso i problemi emotivi, sociali, culturali … che le nuove condizioni della nostra società multietnica e inclusiva creano nelle persone impreparate ad accettare la parola “Integrazione”. Questa Coreografia parla di problemi intimi e di problemi sociali, di bullismo, di differenze di genere, diversità etniche, inclusione sociale, disabilità etc ...
Il cammino inizia con un lavoro su noi stessi che è fondamentale nella nostra vita per imparare a tollerare le nostre mancanze, i nostri errori, le nostre parti più torbide. Tollerare le nostre “brutture” e i nostri sbagli ci permette, poi, di essere pronti a tollerare anche i limiti dell’altro e le paure che l'altro, il diverso, fa nascere in noi perché non è esattamente come lo vorremmo e perché "invade" i nostri spazi.
Tollerare ed accettare vuol dire riuscire a stare all'Interno di un processo di crescita emotiva e culturale senza sentirci troppo scomodi, senza soffrire a tal punto da sviluppare sintomi psicopatologici.
La tolleranza delle proprie mancanze, che si traduce nella tolleranza di ciò che di noi non ci piace e di quello che di brutto abbiamo vissuto, rappresenta la condizione primaria per l’integrazione e l'accettazione dell'altro.

ME AND THE OTHERS vuole tenere assieme le parti belle e le parti brutte di noi stessi e allo stesso tempo dell’altro e vuole iniziare un processo di riconoscimento di se stessi e degli altri come “esseri umani”, degni di rispetto e di affetto.
ME AND THE OTHERS vuole fare accettare l'imperfezione e questa accettazione dell’essere imperfetti, soprattutto in una società che ci chiede il contrario e che esaspera la spinta alla performance eccellente, ci permette di non essere spietati con noi stessi quando sbagliamo o quando ci accorgiamo di non essere stati in grado e al tempo stesso di non sentire l’altro come un “persecutore” quando frustra i nostri bisogni, tradisce le nostre aspettative o minaccia il "nostro territorio".

Questa imperfezione viene sottolineata anche da due pezzi musicali, imperfetti, gracchianti, come se fossero suonati da un vecchio grammofono che non rispettano i canoni di pulizia richiesti oggi , ma sono vivi, veri, caldi, interessanti, insomma, imperfetti.
La diversità e l'imperfezione, infatti, creano la realtà e la realtà è fatta di mancanze e di ambivalenze e proprio la sua non perfezione ci dà la possibilità di godere di un benessere autentico e ricco di stimoli.
Il benessere non è però un traguardo né tantomeno uno stato di piacere permanente. Ma un vissuto emotivo complesso che richiede la capacità di evolversi costantemente, di accettare gli altri, di mettere in discussione il proprio equilibrio, di aprire il proprio "territorio emotivo e fisico" e, soprattutto, di mettere in conto emozioni e situazioni scomode, rischiose, diverse che sono la strada maestra per creare una società migliore dove c'è "un solo colore che interessa" che non è quello della pelle, ma è quello del cielo.
In definitiva il balletto vuole descrivere ed interrogare i pensieri che vivono dentro di noi ogni volta che si vede qualcosa o qualcuno che reputiamo diverso e vuole anche descrivere “i pensieri delle nostre notti” che riguardano il futuro incerto con e senza gli altri, i vecchi discorsi e le giovani considerazioni su di esso.
Lo Spazio scenico, anch'esso parte dei personaggi principali, sarà formato da un tavolo (che rappresenta "una casa") appoggiato sopra una piattaforma che ruota su se stessa e che rappresenta e descrive il tempo che passa e mette in “prima linea” sempre cose e persone diverse.
Tutto questo insieme forma la "Piccola Stanza" della nostra anima, questa stanza, esposta al mondo, continuerà a ruotare portando in primo piano, di volta in volta, aspetti diversi e sentimenti diversi. Gli artisti cercheranno, durante il balletto, di ampliare questa piccola stanza per renderla capace di accettare e rispettare il mondo». (IL COREOGRAFO)

COREOGRAFIA: Marcello Algeri
COMPAGNIA:
Proballet 1 e 2, Chor
CONSULTANT:
Sabrina Rinaldi, Chiara Bianchi,
ORGANIZZAZIONE:
Marialuisa Rota
MANAGEMENT PROBALLET:
Enrica Castelli,
MUSICA:
Autori Vari
COSTUMI: Atelier Proballet
PATROCINIO: Mibact, Comitato Unicef

C.S.

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