Manca meno di un mese all'attesissima Conferenza intergovernativa Italia-Francia, in cui si parlerà nuovamente di Tenda e, quasi certamente, di ferrovia.
Appuntamento a Roma il 29 settembre. A ridosso di quella data, tra l'altro, dovrebbero arrivare i pezzi del ponte che, una volta assemblato e collaudato, consentirà di scavalcare quel che resta del piazzale sul lato Francia, divorato dall'alluvione dell'ottobre 2020.
La vera novità di questa CIG è che sarà presente una rappresentanza del territorio, i sindaci con in testa il presidente della Provincia Luca Robaldo.
Il sito di Anas, che aggiorna sullo stato di avanzamento dei lavori, è fermo al 3 maggio, quando mancavano 121 metri di scavo. Le cose da allora sono decisamente cambiate. Il diaframma che separava i due Paesi è stato abbattuto esattamente un mese fa, il 31 luglio; ed è stata convocata una Cig che vedrà al tavolo i rappresentanti di chi, del Tenda aperto, ha davvero bisogno: Cuneese, sud della Francia e Liguria occidentale.
Uno dei nodi da sciogliere è quello del tanto sbandierato passaggio in modalità cantiere. L'Italia non lo vuole più, perché comporta la praticamente certa conseguenza che si allunghino i tempi di riapertura del valico. Bisognerà sentire la posizione della Francia.
Il 29 settembre si chiariranno, comunque, i dettagli sulla questione: quante macchine potrebbero passare, come, in che fasce orarie, chi si occuperebbe della sicurezza... Organizzare un passaggio in modalità cantiere comporterebbe l'interruzione del cantiere stesso, la rimozione dei macchinari, l'uscita degli operai. Sospendendo i lavori per molto più del tempo eventualmente stabilito per il passaggio delle auto. Ha davvero senso? In una galleria, tra l'altro, dove ancora manca la parte impiantistica, fondamentale per la sicurezza.
Al momento al tunnel stanno lavorando 140 operai. Verso Natale, e fino a giugno 2024, arriveranno ad essere 200. Si sta procedendo con il rivestimento interno, ma poi ci saranno da fare marciapiedi, tubazioni, impiantistica, illuminazione, ventilatori, asfalti. Ci sono poi da fare gli imbocchi lato Francia, con un tratto di circa 200 metri da deviare e curvare per consentire l'immissione sul ponte.
Troppi lavori ancora da eseguire per poter rischiare di perdere mezza giornata per far passare qualche decina di macchina. Si guarda ormai a giugno 2024, con la richiesta del doppio senso di marcia. Escludendo i mezzi commerciali.
Qualcuno, fuori dai microfoni, commenta: "Se si apre a senso unico alternato, si ritorna alla viabilità pre-alluvione, con l'attesa al semaforo. Si può fare, ma se si avesse il coraggio di riaprire solo alle auto, si potrebbe avere il doppio senso e avremmo risolto il 90% dei problemi".
Anche di questo si parlerà, il prossimo 29 settembre.