Mattia Villardita, ieri pomeriggio, ha presentato "Io e Spider-Man. Storia vera di un supereroe normale" al Bordighera Book Festival. Per l'occasione erano presenti anche l'assessore Martina Sferrazza, il consigliere comunale Barbara Bonavia, Paola Savella di Espansione Eventi, Donatella Tralci della Mondadori Bookstore di Bordighera e Gianluca Gazzano di Bordighera Amor mio.
Allo Spazio Buga Buga tante persone e bambini hanno accolto e ascoltato con interesse gli aneddoti e i pensieri raccontati dall'autore, nato nel 1993 a Savona, che ha parlato, con delicatezza e una sincerità disarmante, del suo rapporto con Spider-man, della sua malattia, della sua vita, dei suoi obiettivi futuri e soprattutto del suo hobby: il volontariato. Ha spiegato come si può cambiare pelle per aiutare gli altri, ma si è anche soffermato sulla responsabilità e la sofferenza che comporta indossare una maschera. Mattia riesce a far coincidere il suo lavoro, come impiegato terminalista al porto di Vado Ligure, con il suo passatempo preferito, che ormai è diventata una missione: regalare un sorriso ai bambini. Dal 2018 visita, infatti, i reparti pediatrici della Liguria per portare gioia ai piccoli ricoverati. Per la sua attività, nel 2021, è stato nominato Cavaliere della Repubblica dal presidente Mattarella. Nello stesso anno ha vinto il premio TimVision di Tu si que vales, inoltre, Papa Francesco lo ha voluto incontrare e gli ha donato un rosario che adesso porta sempre con sé. "Non bisogna avere dei superpoteri per fare del bene" - dice Mattia Villardita - "Il sorriso dei bambini è l'onorificenza più grande che possa ricevere".
Ha impiegato un anno per realizzare il suo libro incentrato su una storia vera di un supereroe normale. "Non mi piace definirmi supereroe perché non lo sono" - racconta Mattia Villardita - "Il mio rapporto con Spider-Man è iniziato quando mio nonno mi ha regalato un fumetto su di lui. Quando sono stato ricoverato da bambino puntavo lo sguardo fuori dalla finestra sperando che arrivasse Spider-Man, saltando tra i palazzi e penzolando da una delle sue leggendarie ragnatele. Del resto, quando sei costretto a passare molti giorni in un letto d'ospedale, devi pur trovare un modo per ingannare la noia. Anche se le gambe, in particolare, non mi hanno permesso di fare il portiere in una squadra di calcio né di seguire la carriera militare, niente mi ha fatto smettere di guardare con fiducia al futuro. Ho un lavoro, una bella famiglia, degli amici, perciò, ho tutto ciò che basta per essere felice. Un giorno, come un lampo improvviso, mi è arrivata l'idea di indossare un costume da Spider-Man e tornare in ospedale per regalare ai bambini ricoverati il piccolo sogno che non ho potuto vivere quando ero al loro posto. Vivo la vita giorno dopo giorno, ringraziando per ogni singolo momento. Ho preso un anno di aspettativa come regalo per i miei trent'anni e nei prossimi mesi andrò in Africa e in Giappone in spedizioni umanitarie e poi farò una vacanza con la mia famiglia visto che non ne abbiamo mai fatta una. Non so cosa mi accadrà in futuro, spero solo di riuscire a continuare a fare quello che sto già facendo. La vita non è un fumetto, non ci sono supereroi: c'è solo l'amore che a volte le persone sono in grado di regalarsi".