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Attualità | 19 agosto 2023, 20:05

La storia del "soldato dimenticato" di Claudio Restelli conquista Andagna

"E’ come se questa famiglia, che in parte poi si trasferì ad Ospedaletti, mentre i genitori restarono fino alla morte a Perallo fosse tornata per una sera nei carrugi dove Giobatta aveva trascorso la sua infanzia".

La storia del "soldato dimenticato" di Claudio Restelli conquista Andagna

Ha avuto un grande successo di pubblico, venerdì sera, l’idea della Pro Loco di Andagna, (con il patrocinio del Comune di Molini di Triora) di rievocare la vicenda di Giovan Battista Faraldi, “Il soldato dimenticato”. Piazza Niella era piena di gente. Gente che era venuta anche dalla costa. Per la frescura, ma soprattutto per rileggere una bella pagina di storia patria. Quella che accomuna il fante Giovanni Battista Faraldi, nativo di Perallo, con gli altri seicento mila giovani italiani che persero la vita nella prima, vittoriosa, Guerra Mondiale.

Claudio Restelli, autore del volume “Il Soldato dimenticato”, 220 pagine, edito nel 2020 dalla casa editrice sanremese Leucotea, è rimasto piacevolmente sorpreso. "In genere la storia di Giobatta fa emergere molto le emozioni, ma non mi aspettavo in un paesino dell’entroterra un pubblico così numeroso, di ogni età, così attento – dice – in effetti qui si è respirata una vera e propria atmosfera magica. Ho centrato il mio intervento sulla madre dello sfortunato ragazzo, Caterina Capponi, che ad Andagna era proprio nata e si era sposata giovanissima, non ancora diciottenne, con un Faraldi, anche lui di nome Giobatta e che ebbe quattro figli.E’ come se questa famiglia, che in parte poi si trasferì ad Ospedaletti, mentre i genitori restarono fino alla morte a Perallo fosse tornata per una sera nei carrugi dove Giobatta aveva trascorso la sua infanzia".

L’autore è stato introdotto dal Presidente del Consiglio comunale Gianluca Ozenda, che nel suo intervento ha ricordato brevemente, un’altra figura di combattente di Molini di Triora, il militare del 1° Alpini Battista Lanteri, nato nel 1896 a Corte che morì nel campo di concentramento di Mathausen, già utilizzato dagli austriaci, per i prigionieri di guerra italiani, nel 1918.La presentazione del libro, intervallata da intermezzi musicali dell’epoca e recitazioni, è così uscita da un ambito prettamente promozionale, perché è entrata nella coscienza collettiva, un po’ sopita, di un popolo, quello italiano, che per il compimento del Risorgimento pagò un tributo altissimo: seicento mila morti e più di un milione di feriti.

Alle mamme dei caduti negli anni venti lo Stato fece recapitare una medaglia al valor militare, che recava la figura della vittoria alata, sovrastante la passione di una madre. Ma forse la migliore ricompensa è fare quello che ha fatto Claudio Restelli, recuperare dall’oblio la vicenda minimadi un protagonista, che fece fino all’ultimo il proprio dovere per la Patria. Non a caso, quando in piazza Niella si è materializzato Pierangelo Botto, uno dei protagonisti della rappresentazione, in uiniformne di fante della grande guerra, l’emozione è stata fortissima per tutti i partecipanti. E’ stato effettivamente come se Giovan Battista Faraldi, fosse tornato tra i suoi concittadini. La sua Vittoria.

Carlo Michero

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