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Attualità | 13 agosto 2023, 07:11

Giuseppe Giacomazzi, il destino finisce in Riviera. Il Ponente ligure luogo di nascita e morte di spie

A Imperia tra il 1940 e il '42 intanto la rete dei servizi sovietici viene annientata dopo mesi di intenso lavoro di pedinamento e di decriptaggio di documenti e di atti riservati

Giuseppe Giacomazzi, il destino finisce in Riviera. Il Ponente ligure luogo di nascita e morte di spie

Sono queste le storie di chi vive nell'ombra e nell'ombra scompare, ignorando quale sia, in fondo, la propria vera identità. Nella Riviera di Ponente questo genere di affreschi è la speciale parte di un mondo che naturalmente lo comprende e trova in esso, rispetto ad altri ambienti, una sintonia quasi naturale e perfetta,  il mondo dello spionaggio e del controspionaggio

Rilevante in questo senso dopo quella di Laura D'Oriano, l'unica donna condannata a morte dal regime fascista, affrontiamo la storia di Giuseppe Giacomazzi, barbiere nato nel 1909 in Germania da genitori italiani e cresciuto in Francia, dove se la intende con la malavita di Marsiglia. Arrestato dalla polizia francese per un furto alla Società delle ferrovie di Marsiglia, compiuto nel 1940, insieme a due francesi, ottiene l'impunità in cambio dell'arruolamento a favore dei servizi segreti francesi.

Giacomazzi è accompagnato a Ginevra, in Svizzera, e istruito secondo le  tecniche dell'osservazione tipiche dello spionaggio britannico. Entrato in Italia via Ventimiglia, si dedica alla raccolta di informazioni sulle installazioni militari in Liguria e dintorni fino a La Spezia, comprese quelle a Sanremo, Imperia, Andora e Albenga.

Lettere inviate da Genova e da altri centri liguri, oltre che da Milano, contengono quegli elementi sensibili che cercano appunto inglesi e francesi; analogamente lettere che provengono da Ginevra, dove una ballerina svizzera si esibisce in un locale notturno e acquisisce notizie da persone provenienti dall'Italia e rivelano confidenziali rapporti sullo stato del sistema militare in Liguria e nel resto d'Italia.

Le lettere riportano  informazioni preziose e sono indirizzate a un certo Francesco Volpi  presso la Trattoria Albergo Primavera di Sampierdarena. Il controspionaggio italiano del SIM, attivissimo tra Ventimiglia e Imperia, dopo vari controlli, intercetta le missive e pone sotto controllo altre lettere spedite da un certo Giuseppe Vacca da Marsiglia, mentre i carabinieri del CS catturano un emissario al servizio degli inglesi e legato al Vacca proprio a Ventimiglia, giunto da Nizza, via Mentone, dove si svolgono stringenti interrogatori ai collaboratori in loco di Vacca e Giacomazzi, i quali cadranno in seguito a loro volta nelle mani del controspionaggio italiano.

La rete inglese in Liguria viene smantellata e stroncata, anche se un esule russo (figlio di un generale zarista morto nei campi di concentramento sovietici) e al servizio del ramo elvetico dell'Intelligence Service si mette in salvo. Altri informatori degli anglo-francesi, presenti a Ventimiglia e a Imperia e giunti da Mentone e Nizza, vengono bloccati.

In effetti l'emissario britannico catturato a Ventimiglia, proveniente da Mentone, mentre portava con sé documenti falsi intestati ad un non altrimenti noto ingegner Giacomo Carletto (nome di fantasia) e una somma di denaro di poco più di 84 mila lire, non era il vero agente dell'Intelligence Service, che si era preventivamente defilato, ma un altro esponente gregario inviato a suo posto, intuendo gli inglesi l'operazione in corso del controspionaggio italiano da tempo sulle piste degli elementi della rete inglese.

Il gregario viene imprigionato e interrogato da un ufficiale del controspionaggio a Ventimiglia e confessa, spiegando dettagliatamente l'affiliazione spionistica filoinglese e le ragioni di tale scelta, dicendo di essere egli un russo naturalizzato francese e, costretto, amette di essere appunto incaricato di raccogliere un codice della Marina a Genova che gli avrebbe consegnato un certo Mario Volpi: gli italiani avevano infatti coltivato la sensazione che il Carletto, pur con nome falso, fosse la persona tanto attesa da essi al varco e chiamata Mario Reciti.

Considerata la difficoltà di portare avanti il lavoro, l'intelligence anglo francese sposta in avanti le azioni in attesa di tempi migliori. Le prove raccolte dai carabinieri a Genova, Imperia e Sanremo sono così rilevanti che i servizi anglo-francesi devono rielaborare i loro piani. Ed è così che la sorte dei marsigliesi Vacca e Giacomazzi è segnata.

Su Imperia intanto la rete dei servizi sovietici viene annientata dopo mesi di intenso lavoro di pedinamento e di decriptaggio di documenti e di atti riservati tra il 1940 e il 1942. E sempre a Imperia viene bloccata una spia francese che era stata arruolata a Mentone tra gli italiani passati in Francia alla vigilia del 1939.

Molti dei nomi di tali individui, dimenticati, restano tuttora coperti da sigle o cifre e non sempre si riesce a ricostruirne il destino. Un destino che conferma quell'esser parte di una cartolina sbiadita dal tempo.

Pierluigi Casalino

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