“Non solo una barbarie ed una scelta tanto vergognosa quanto disumana, ma anche un macroscopico autogol politico quello del centrodestra ligure e di Giovanni Toti: introdurre la caccia con arco e frecce, caccia che, notoriamente, sottopone la selvaggina, in particolare gli ungolati (a cominciare dai cinghiali), a lunghe agonie e atroci sofferenze (siamo ai limiti dell’animalicidio con crudeltà), con inevitabili ripercussioni sull’incolumità pubblica e sulla sicurezza nei boschi (il pericolo, per chi cammina nei boschi, delle silenti frecce e di animali feriti che vagano con frecce nel corpo). Una pratica talmente distante dall’attuale prevalente sensibilità da far apparire la notizia quasi inverosimile”.
Interviene in questo modo il Coordinatore Commissariale Regionale, Mauro Gradi, che prosegue: “Ma, purtroppo, non è una fake news, è successo veramente tra il 27 e il 28 luglio scorso, nel Consiglio Regionale della Liguria su proposta della Lega con voto favorevole di tutta la maggioranza di centrodestra. In queste ore c’è stata una sollevazione generale della gente comune e non solo degli animalisti. Una sollevazione che sta crescendo attraverso una valanga di mail alla Regione Liguria, interventi sugli organi d’informazione, petizioni. Questa è l’occasione per rimettere in discussione la caccia nel suo insieme, partendo dall’assunto che, nel nostro ordinamento, la caccia non è un diritto ma è una deroga alla tutela della fauna selvatica (patrimonio indisponibile dello Stato). Un paese civile ed avanzato dovrebbe trovare un giusto equilibrio e stabilire un rapporto virtuoso con il pianeta ambiente e con la connessa fauna selvatica”.
“In questa prospettiva apriamo – termina Gradi - senza fanatismi un serio e laico dibattito sul superamento della caccia come attività venatoria, limitando la ‘deroga’ e, quindi, consentendo solo la caccia di selezione e ad opera esclusivamente delle autorità preposte (in questa logica occorrerebbe integrare, adeguatamente, il personale dei guardia caccia e non solo). Siamo fiduciosi che, in gran parte, gli elettori liguri, anche di centrodestra, siano su questa lunghezza d’onda e siano, comunque, indignati per l’introdotta caccia con arco e frecce”.