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Attualità | 16 luglio 2023, 07:11

Spionaggio e controspionaggio dal 1940 al tempo della Guerra Fredda tra Imperia e Sanremo

Una lunga sfida a scacchi che si disputò con l'intelligence di Mosca a cura di Pierluigi Casalino (prima puntata)

Spionaggio e controspionaggio dal 1940 al tempo della Guerra Fredda tra Imperia e Sanremo

Si è detto di come la propaganda russa negli anni Venti del XX secolo, collegata alle iniziative di spionaggio della Russia sovietica in Italia, individuasse in Sanremo un obiettivo rilevante.

Circostanza questa che non escludeva azioni di monitoraggio anche ad Imperia, Albenga e Savona.

E abbiamo pure detto di come la rete spionistica sovietica fosse stata sgominata dai servizi di controspionaggio italiani attivi in Liguria in quel periodo. Analoga operazione di smantellamento della rete di spie sovietiche a Roma, e anche nel Ponente ligure, avvenne con straordinaria efficacia di intervento da parte dei carabinieri del CS tra il 1941 e il 1942, proprio durante la spedizione dell'Armir in Russia.

Una rete informativa filosovietica in Italia (e in Liguria con caratteristiche particolari)si sviluppò in tale fase, interpretata da soggetti poco interessati all'aspetto venale, ma animati da sentimenti ideologicamente contrari alle ragioni dell'Asse, al fine soprattutto di  affrettare la caduta del fascismo.

Il centro delle trame segrete era  ovviamente Roma, con segmenti anche nella Liguria occidentale, dove agirono uno all'insaputa dell'altro tre elementi italiani coordinati da Leonid Bondarenko, delegato del Komintern, nonché funzionario dell'Ambasciata dell'URSS. Costui, dietro la copertura del lavoro di addetto stampa, coltivò conoscenze ambigue, in vista della raccolta di notizie da inviare a Mosca con valigia diplomatica oppure mediante un' emittente radiofonica clandestina.

Tuttavia Bondarenko non raccolse i frutti sperati perché nell'estate 1941 venne allontanato dall'Italia con tutto il personale diplomatico russo. Scattò così il piano di emergenza, tramite la persona detta in codice "Paolo", un ufficiale dell'Armata Rossa che entro' in Italia da Ventimiglia e creò, tra l'altro, basi di contatto tra Sanremo ed Imperia e tra Savona e Genova con persone ideologicamente disponibili, tutte identificate in codice dal Glavnoe Razvedyvatelnoe Upravlenie, il servizio militare russo, trasmettendo notizie a Mosca sulla situazione italiana e sulle strutture militari in Liguria e nel Tirreno.

Se il contatto con il centro moscovita era a Roma, la rete si disponeva tra Ventimiglia e La Spezia, un primo segmento, tra il Terreno e il Nord Est, un secondo e altri in zone più lontane. Se nella capitale il servizio segreto comunista introdusse nei palazzi vaticani un certo Kurtna, estone di madre russa, che, dopo la frequenza del Russicum, per farsi gesuita, a Sanremo e Imperia si muoveva invece un finto sacerdote russo ortodosso, sotto la copertura di padre Vladimir e apparentemente proclamatosi di famiglia già zarista, in realtà spia nei confronti del personale della chiesa ortodossa russa della città e della logistica militare in zona.

I superiori di Kurtna, dubbiosi della sincerità della vocazione, gli consigliarono di lasciare il seminario e di lavorare presso la Radio Vaticana. Kurtna frequentava anche gli apparati di sicurezza nazisti, non solo romani, e compì azioni in Liguria e in Estonia, da vero doppiogiochista; sposò una cantante lirica dell'EIAR e compi' viaggi nella Riviera ligure di Ponente con lei.

Nel 1942 la rete informativa russa lavorava a pieno regime e si estendeva a largo raggio. Proprio tale estensione la espose alle indagini dei carabinieri del CS, che in breve ne scoprirono le trame, con la cattura di "Paolo" e di tutti gli informatori a Roma e di quelli attivi tra Imperia e Sanremo. L'intera struttura filo sovietica venne smantellata definitivamente dagli uomini del tenente colonnello Manfredi Talamo nel giugno 1942.

Nel 1944, il misterioso estone, rimasto a Roma, venne arrestato dai carabinieri del CS ormai badogliano, che lo passarono agli anglo-americani. I servizi sovietici lo recuperarono in seguito con uno stratagemma e lo spinsero a Mosca, dove verrà condannato ai lavori forzati. Di lui e degli altri comunisti italiani di stanza a Imperia e Sanremo si persero le tracce, ma su alcuni di essi misero le mani i nuovi servizi segreti italiani tra il 1946 e il 1949, durante la riorganizzazione delle intelligence occidentali al termine della seconda guerra mondiale.

In particolare un paio di essi erano rimasti in contatto con i servizi segreti militari sovietici operanti prima nell'ambito del regime francese di Vichy e poi a Ventimiglia, Sanremo e Imperia, durante il periodo resistenziale, agendo ancora come informatori di Mosca.

Il controspionaggio italiano ebbe tuttavia modo di azzerare il vecchio filone filosovietico con un'indagine mirata e in autonomia rispetto alle stesse intelligence angloamericane. Nel corso della guerra fredda il ritorno di spie sovietiche, prevalentemente militari, non riuscirà mai a sottrarsi al controllo degli apparati del nostro controspionaggio.

Negli anni Sessanta operazioni su personaggi sospetti ed ambigui legati alle sezioni commerciali delle Rappresentanze russe in Italia vennero svolte infatti con successo in Sanremo, Imperia, Ventimiglia e Savona. In qualche caso i personaggi erano legati alle associazioni di scambi turistici con l'URSS e vennero espulse con urgenza come persone non gradite.

Per tornare al precedente momento bellico, va ricordato che, alla caduta del Fascismo, i tedeschi, avvalendosi di tronconi dei servizi di Mussolini rimasti nel Nord Italia, integrati da appartenenti alla milizia, costruirono un servizio segreto filonazista e di rinascita fascista, estesosi ben presto anche nelle regioni meridionali occupate dagli Alleati.

Sanremo fu a sua volta, insieme ad Imperia, al centro di un vortice di movimenti di servizi stranieri ed italiani nelle due versioni badogliana e repubblichina al punto da crearsi situazioni di frequente doppio gioco.

Il caso principale fu quello della cosiddetta dama velata, ma non mancarono elementi che stavano a metà tra nazifascisti e partigiani, tutti elementi che al solo scopo venale servivano i servizi di Francia libera e contemporaneamente i servizi militari sovietici e quelli anglo-americani.

(continua) 

Pier Luigi Casalino

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