Proseguono i lavori per la sistemazione del movimento franoso che, da anni tiene sotto scacco la circolazione viaria in zona ‘La Vesca’ a Sanremo. Uno degli interventi più attesi, per evitare la frana della collina che si muove dalla fine dell’800, è sicuramente quello della costruzione di una scogliera di protezione, per limitare l’erosione del mare.
Un progetto da oltre un milione di euro, che segue una serie di lavori svolti negli anni ’80 ma che hanno funzionato solo da soluzione tampone. Stando alle relazioni dei tecnici incaricati dal Comune, la riattivazione dei movimenti franosi risalirebbe al 2010 quando si verificò una prima rottura della condotta del Roya con lo smottamento lungo la pista ciclabile. Da allora il fenomeno è proseguito riacutizzandosi in caso di forti piogge.
Il movimento del terreno è quantificato in circa 30-40 millimetri all’anno con il picco degli 80 millimetri raggiunti nel 2014 per via delle forti piogge. Da record il dato ricavato tra dicembre 2013 e gennaio 2014: 420 millimetri in 27 giorni. Ora arriva la pubblicazione del bando, avvenuta il 30 giugno scorso e, quindi, sono state avviate le procedure burocratiche necessarie per arrivare all’assegnazione dei lavori.
Ricordiamo che l’Aurelia nella zona de ‘La Vesca’, ha evidenziato negli ultimi tre anni un progressivo e diffuso cedimento, che ha causato il parziale dissesto di una parte della carreggiata (particolarmente evidente sul tratto di valle, in corrispondenza della giunzione tra la mensola di monte dell’opera di sostegno esistente ed il retrostante terrapieno) che, come evidenziato anche della indagine eseguita con un georadar da parte del Dott. Geol. Marco Benedetto nel gennaio 2021, ha comportato un approfondimento dei sottoservizi variabile da qualche decina di centimetri a oltre un metro (seguendo di fatto lo stesso andamento dell'approfondimento dell’asfalto).
Il lavoro previsto consiste nella realizzazione di una scogliera in massi naturali posta al piede del versante al fine di limitarne l’erosione progressiva della costa e garantire un incremento delle forze resistenti allo scorrimento lasciando invariate quelle destabilizzanti. L’intervento produrrà una mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico presente nell’area in maniera tale da minimizzare il pericolo di attivazione di ulteriori dissesti.