Nei racconti di mio nonno Lorenzo c'è anche posto per la Cina, una Cina oggi lontana nel tempo, ma in un certo modo legata ad Oneglia e a Sanremo. Durante la famosa guerra dei Boxer che nell'anno 1900 vide esplodere un conflitto violento tra il Paese di Mezzo e il "Resto del Mondo", per usare una metafora calcistica.
Con lui che si trovava in uno dei tanti bastimenti che dal 29 luglio 1900 partirono da Napoli per trasportare in Cina un battaglione di bersaglieri e uno di fanteria per un totale di ventimila uomini anche marinai di Sanremo, Oneglia, Cervo e Camporosso, tutti imbarcati all'ultimo momento per rafforzare la stessa presenza mercantile nella spedizione verso il Celeste Impero.
Le forze italiane arrivarono a destinazione quando ormai la disfatta cinese sotto i colpi della grande coalizione internazionale era consumata, ma furono impiegate, per mettere fine ad alcune città che ancora resistevano e rifiutavano di arrendersi alla coalizione.
Il contingente italiano partecipò alla spedizione contro la città di Kalgan, a ridosso della Grande Muraglia e quella fu certamente la metà più lontana dove le FFAA italiane siano state coinvolte: nello specifico vi giunsero i bersaglieri. Di ritorno da un'altra città, Baoding, le truppe italiane vennero attaccate di notte da nemici tre volte superiori di numero, ma riuscirono a sconfiggerli e disarmarli. In ogni caso, bastarono poche migliaia di europei, americani, russi e giapponesi per sopraffare i cinesi.
Due anni dopo, l'Italia ottenne la concessione di TzienTzin sulla costa meridionale della Cina, che il governo imperiale aveva negato, considerando l'Italia un piccolo paese insignificante.