"Buongiorno, ho letto la sua lettera e mi sembra abbastanza retorica e copiata stereotipi di questi tempi. Sono del 1953, ho vissuto il 68, brigate rosse e stragi. Non mi risulta che si mettessero a ferro e fuoco le città e tutti abbiamo avuto i nostri problemi in gioventù ma molti sono riusciti ad emergere. Ora cosa è cambiato, nulla.
La realtà è che per emergere bisogna darsi da fare con impegno e studiare, se così non si fa purtroppo si resta indietro. Il problema sono i genitori che trattano i figli come amici senza insegnare loro che per raggiungere obbiettivi bisogna darsi da fare. La pandemia ha toccato tutti ma non tutti sono diventati disadattati e capaci solo a lamentarsi. Non diamo colpa alla società o politica, la colpa è dell'individuo, specialmente in Italia dove lo studio è praticamente gratuito, perché se sei capace hai sussidi. Poi bisogna studiare cosa serve al mercato e farcelo piacere, questo è e sarà sempre peggio. Il lavoro c'è, mancano persone capaci. La nuova generazione ama poco i sacrifici, senza i quali non si emerge. E penso che fra 10/15 anni aumenterà la disoccupazione perché l'automazione farà passi enormi, cosa faranno i nostri futuri giovani, metteranno a ferro e fuoco il mondo? Vi è troppo buonismo fuori dalla realtà. Cordiali saluti,
Roberto Frontoni".
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