“Caro Direttore,
Cittadina italiana residente da anni nella vicina Francia, ho letto in queste ore con raccapriccio su alcuni quotidiani nazionali frasi del tipo «Francia in fiamme», «Paura in Francia» o simili, e anche da parte di esponenti politici, nello specifico il Ministro degli Affari Esteri on. Antonio Tajani, già Presidente del Parlamento Europeo e Commissario Europeo (e quindi, presumo, convinto europeista), affermazioni contenenti inviti alla «prudenza» prima di recarsi in Francia.
Ora, io ho vissuto – come già ho avuto modo di dirlo sia a Lei sia agli Amici Lettori – per molti anni nella nostra, mi permetto ancora di dire «nostra», bella Provincia di Imperia, che ha un legame speciale e saldo con la Francia e con il Popolo Francese. Mi corre dunque l’obbligo di fare chiarezza: in Francia non c’é nessun pericolo particolare, nessun pericolo che non ci possa essere in una grande Metropoli come Milano, Torino, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo o altre in Italia e fuori. La Francia dunque non é in fiamme, non lo é mai stata – nemmeno all’epoca degli attentati – e penso che non lo sarà neanche in futuro.
Ci sono molte tensioni, alimentate da alcuni per motivi opportunistici, in diverse Città amministrate, per esempio Parigi e la sua banlieue, Lione, Marsiglia, Grenoble, Saint-Etienne e altre anche medio-piccole. Ma da qui a dire che tutta la Francia sarebbe «in fiamme», ce ne vuole. Io per esempio Le scrivo da una Città che ha più di 100mila abitanti e dove non ci sono stati episodi di questa gravità, e potrei citarLe molte altre Città dove la vita continua a scorrere tranquillamente. Quindi non bisogna mettere paura ai nostri Connazionali che desiderano o devono per motivi di vacanza o di lavoro venire in Francia: non c’é nessun rischio particolare, se non quelli che – come ripeto – sono i rischi «classici» di una grande Metropoli. Come hanno recentemente ricordato il Presidente Macron e la Presidente Meloni, l’Italia ha bisogno della Francia e viceversa, ragione per cui bisogna cercare di essere buoni «amici» e di non diffondere informazioni un po’ fantasiose.
Quanto prima, a Dio piacendo, avrò di nuovo il piacere di venire in visita nella nostra bella Provincia di Imperia, e Le assicuro che quando parlo agli Amici francesi di Ventimiglia, di Imperia, di Sanremo, di Bordighera e delle nostre belle Città, entroterra compreso, trovo in loro solo ammirazione e parole di apprezzamento: vorrei che fosse la stessa cosa anche dall’altra parte. Mi piacerebbe anche attraverso le colonne del Suo Giornale fare qualche considerazione sulle cause di quanto é avvenuto in questi giorni in alcune Città francesi, e che potrebbe – purtroppo – accadere anche altrove, in Francia, in Italia o in altri Paesi perché, specialmente dopo la crisi sanitaria, i nostri giovani si trovano spaesati, senza più punti di riferimento e quindi senza valori.
Il «distanziamento sociale» é stato deleterio in questo senso, le famiglie non sono più in grado di seguire adeguatamente i loro ragazzi perché devono occuparsi di altro e la scuola ormai da tempo ha abdicato alla propria funzione, non certo per colpa degli insegnanti ma per le carenze endemiche del sistema scolastico. I giovani sono dunque lasciati perennemente davanti allo schermo di un computer, non hanno più contatti sociali se non in modo «virtuale» e sfogano la loro rabbia con una violenza assurda e ingiustificata come quella cui abbiamo assistito. Chi doveva insegnare loro i valori che sono alla base della nostra Civiltà non ne é stato capace o non ha potuto, non si é più pensato – quando importava solo il Covid – alla prevenzione contro la droga, che scorre a fiumi, alla lotta contro il disagio psichico, alle periferie e ai quartieri disagiati che certo ci sono sempre stati ma che oggi sono ormai completamente abbandonati.
Comunque i giovani non sono cattivi, sono solo smarriti, senza più punti di riferimento : speriamo che questi disdicevoli episodi permettano a chi di dovere di fare qualche riflessione e di capire che é ora di mettere in atto un piano per i giovani che consenta loro di ritrovare quei punti di riferimento che purtroppo non esistono più.
Isabella Podda”.