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Al Direttore | 01 luglio 2023, 17:30

Disordini in Francia, una lettrice imperiese residente a Perpignan tranquillizza sulla situazione

Isabella ci tiene a far sapere a fare chiarezza: "In Francia non c’é nessun pericolo particolare, nessun pericolo che non ci possa essere in una grande Metropoli italiana"

Disordini in Francia, una lettrice imperiese residente a Perpignan tranquillizza sulla situazione

“Caro Direttore,

Cittadina italiana residente da anni nella vicina Francia, ho letto in queste ore con raccapriccio su alcuni quotidiani nazionali frasi del tipo «Francia in fiamme», «Paura in Francia» o simili, e anche da parte di esponenti politici, nello specifico il Ministro degli Affari Esteri on. Antonio Tajani, già Presidente del Parlamento Europeo e Commissario Europeo (e quindi, presumo, convinto europeista), affermazioni contenenti inviti alla «prudenza» prima di recarsi in Francia.

Ora, io ho vissuto – come già ho avuto modo di dirlo sia a Lei sia agli Amici Lettori – per molti anni nella nostra, mi permetto ancora di dire «nostra», bella Provincia di Imperia, che ha un legame speciale e saldo con la Francia e con il Popolo Francese. Mi corre dunque l’obbligo di fare chiarezza: in Francia non c’é nessun pericolo particolare, nessun pericolo che non ci possa essere in una grande Metropoli come Milano, Torino, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo o altre in Italia e fuori. La Francia dunque non é in fiamme, non lo é mai stata – nemmeno all’epoca degli attentati – e penso che non lo sarà neanche in futuro.
Ci sono molte tensioni, alimentate da alcuni per motivi opportunistici, in diverse Città amministrate, per esempio Parigi e la sua banlieue, Lione, Marsiglia, Grenoble, Saint-Etienne e altre anche medio-piccole. Ma da qui a dire che tutta la Francia sarebbe «in fiamme», ce ne vuole. Io per esempio Le scrivo da una Città che ha più di 100mila abitanti e dove non ci sono stati episodi di questa gravità, e potrei citarLe molte altre Città dove la vita continua a scorrere tranquillamente. Quindi non bisogna mettere paura ai nostri Connazionali che desiderano o devono per motivi di vacanza o di lavoro venire in Francia: non c’é nessun rischio particolare, se non quelli che – come ripeto – sono i rischi «classici» di una grande Metropoli. Come hanno recentemente ricordato il Presidente Macron e la Presidente Meloni, l’Italia ha bisogno della Francia e viceversa, ragione per cui bisogna cercare di essere buoni «amici» e di non diffondere informazioni un po’ fantasiose.

Quanto prima, a Dio piacendo, avrò di nuovo il piacere di venire in visita nella nostra bella Provincia di Imperia, e Le assicuro che quando parlo agli Amici francesi di Ventimiglia, di Imperia, di Sanremo, di Bordighera e delle nostre belle Città, entroterra compreso, trovo in loro solo ammirazione e parole di apprezzamento: vorrei che fosse la stessa cosa anche dall’altra parte. Mi piacerebbe anche attraverso le colonne del Suo Giornale fare qualche considerazione sulle cause di quanto é avvenuto in questi giorni in alcune Città francesi, e che potrebbe – purtroppo – accadere anche altrove, in Francia, in Italia o in altri Paesi perché, specialmente dopo la crisi sanitaria, i nostri giovani si trovano spaesati, senza più punti di riferimento e quindi senza valori.

Il «distanziamento sociale» é stato deleterio in questo senso, le famiglie non sono più in grado di seguire adeguatamente i loro ragazzi perché devono occuparsi di altro e la scuola ormai da tempo ha abdicato alla propria funzione, non certo per colpa degli insegnanti ma per le carenze endemiche del sistema scolastico. I giovani sono dunque lasciati perennemente davanti allo schermo di un computer, non hanno più contatti sociali se non in modo «virtuale» e sfogano la loro rabbia con una violenza assurda e ingiustificata come quella cui abbiamo assistito. Chi doveva insegnare loro i valori che sono alla base della nostra Civiltà non ne é stato capace o non ha potuto, non si é più pensato – quando importava solo il Covid – alla prevenzione contro la droga, che scorre a fiumi, alla lotta contro il disagio psichico, alle periferie e ai quartieri disagiati che certo ci sono sempre stati ma che oggi sono ormai completamente abbandonati.

Comunque i giovani non sono cattivi, sono solo smarriti, senza più punti di riferimento : speriamo che questi disdicevoli episodi permettano a chi di dovere di fare qualche riflessione e di capire che é ora di mettere in atto un piano per i giovani che consenta loro di ritrovare quei punti di riferimento che purtroppo non esistono più.

Isabella Podda”.

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