Un tempo le indagini su Claudio Scajola vertevano sul "porto più grande del Mediterraneo", sulla casa romana "a sua insaputa", sull'affaire Matacena, ad onor del vero, ancora aperto.
Oggi, senza voler in alcun modo sminuire il prezioso lavoro degli inquirenti, si legge di coloriti ordini e surriscaldate telefonate a un comandante dei vigili per difendere l'officina di un meccanico e un ragazzo che lo aveva spintonato (il sindaco) a una sagra. Vicende, queste ultime, ancora al vaglio della Procura, pertanto è doveroso essere prudenti nel valutarne la dimensione.
Però, sulle prime, il comune cittadino sembra tendere a parteggiare per chi ha difeso un artigiano che stava perdendo il suo lavoro e un giovane forse un pochino problematico. I deboli, difesi da un sindaco, che ne esce come uomo forte con i potenti e al contempo, appunto, strenuo difensore dei "poveri" contro le ingiustizie del sistema.
Un sentiment, quello che circola in città che il primo cittadino coglie e non manca, abilmente, di evidenziare.
Attenzione che da "diavolo" a "santo subito" è un attimo.