Anche Imperia ha aderito alla mobilitazione nazionale contro il Piano d’azione Ue promosso dal Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius che prevede l’eliminazione graduale della pesca a strascico nelle aree marine protette entro il 2030, entro tale anno si propone anche un aumento delle aree protette dal 13% al 30%.
Dichiarano Agci Agrital, Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare, Coldiretti Impresapesca, Federpesca, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila Pesca, che hanno promosso la mobilitazione: “L’obiettivo della Commissione di eliminare gradualmente la pesca a strascico è chiaramente sproporzionato, ingiustificato e basato pareri scientifici non oggettivi, oltre ad essere una politica assolutamente miope per garantire l’approvvigionamento alimentare dei Paesi Ue. Con questa giornata si vuole far sentire il supporto del settore al Governo italiano in vista del Consiglio Agrifish a Bruxelles del 26 e 27 giugno, per ribadire ancora una volta la contrarietà a questa proposta che vuole condannare l’Italia alla totale dipendenza dalle importazioni di prodotti ittici non considerando l’impatto socio-economico sul settore”.
LE INTERVISTE:
La mobilitazione ha come obiettivo la salvaguardia di un settore che garantisce sicurezza alimentare e un approvvigionamento equo, salutare e sostenibile di prodotti ittici freschi e con alti standard di qualità, che rispettano le regole di tracciabilità e certificazione europea. La mobilitazione punta anche ad assicurare un futuro a migliaia di lavoratori, cooperative, imprese, famiglie e territori.
Denunciano le associazioni e i sindacati: “Un Piano che ci porterà alla totale dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti ittici. Lo smantellamento della pesca a strascico causerebbe peraltro un aumento delle importazioni da Paesi in cui la pesca non rispetta la nostra legislazione in materia di ambiente, sicurezza e lavoro”.
In Liguria la pesca a strascico è esercitata in modo artigianale con battute di pesca giornaliere con un’alta selettività. Ricordiamo i famosi gamberi viola di Sanremo e Santa Margherita il cui approvvigionamento è già messo a forte rischio da una politica comunitaria che non tiene in debito conto delle specificità. Per il nostro territorio regionale, a forte trazione turistica, sarebbe un duro colpo non avere più prodotti ittici pescati in Liguria da questi pochi pescatori che sono sopravvissuti fino ad ora perché animati da una forte passione ed amore per il loro lavoro. In Italia la pesca a strascico rappresenta il 20% della flotta totale peschereccia - con 2088 unità, circa 7000 lavoratori, il 30% degli sbarchi ed il 50% dei ricavi, in Europa rappresenta il 25% degli sbarchi totali di prodotti ittici ed il 38% dei ricavi, con oltre 7.000 imbarcazioni.
A Imperia la mobilitazione è iniziata con il suono delle sirene dei pescherecci in Calata Cuneo, le parole di Laura Servetti, Legacoop: “Oggi siamo tutti uniti per dire assolutamente no allo smantellamento della flotta della peschereccia a strascico. È una flotta che in Liguria conta 80 imbarcazione, 200 addetti, e un livello molto alto di prodotto ittico sbarcato. La maggior parte del prodotto che viene consumato nei nostri ristoranti è pescato dalla flotta peschereccia a strascico. Non si può pensare di annientare i pescatori liguri per andare ad acquistare pesce da altre marinerie, altre flotte che magari sono da altre parti del mondo e il prodotto ittico deve essere caricato su degli aerei per arrivare qua in nome di una sostenibilità che non esiste".
Mattia Chiarini, pescatore di Imperia, aggiunge: “Sono circa dieci anni che faccio questo mestiere e a quanto pare ne rimangono ancora sei, dicono che entro il 2030 vogliono annientare la flotta dei pescherecci. Innanzitutto è un grande problema per noi, ma poi sulle nostre tavole i gamberi, gli scampi chi li può fornire?”.