Nel 2022 l’attività economica in Liguria ha continuato a espandersi, seppur rallentando progressivamente, con andamenti differenziati tra i principali settori.
Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nell’anno il prodotto ligure sarebbe cresciuto del 3,7 per cento, seguendo una dinamica analoga a quella nazionale. Le prospettive per i prossimi mesi si connotano ancora per significativi margini di incertezza legati soprattutto all’evo- luzione del contesto geopolitico e dell’inflazione.
L'INTERVISTA
Le imprese
Nell’industria in senso stretto la produzione ha decelerato, fino a stabilizzarsi: le ore lavorate sono risultate sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente. Nonostante il significativo incremento del fatturato dovuto alla revisione al rialzo dei listini, le vendite in termini reali sono aumentate in misura contenuta (circa il 3 per cento); la spesa per investimenti si è ridotta di oltre il 14 per cento. L’attività nel settore edile ha beneficiato della prosecuzione dei lavori relativi alle principali opere infrastrutturali e delle agevolazioni fiscali con nesse con gli interventi di ristrutturazione edilizia :le ore lavorate dichiarate alle Casse edili sono salite di quasi il 18 per cento rispetto all’anno precedente
Nel terziario, i flussi turistici sono cresciuti significativamente ( del 31,7 per cento), soprattutto nella componente di provenienza estera (dioltre il 70 per cento). Nel complesso, i pernottamenti si sono portati su livelli leggermente superiori a quelli precedenti la pandemia. I passeggeri in transito nei porti liguri sono quasi raddoppia ti. I traffici mercantili marittimi sono aumentati del 3,6 per cento, pur decelerando progressivamente per effetto del rallentamento del commercio internazionale; la componente containerizzata si è ridotta lievemente (-2,3 per cento) , ma il calo è stato inferiore a quello mediamente registrato nei principali porti europei. Le transazioni immobiliari hanno continuato a crescere, seppure in misura meno intensa, sia nel segmento abitativo sia in quello non residenziale (rispettivamente 5,6 e 4 per cento).
Il mercato del lavoro e le famiglie
Nel 2022 il quadro congiunturale favorevole si è riflesso sul mercato del lavoro. L’occupazione ha continuato a crescere (del 3,6 per cento) , trainata dalla componente dipendente, mentre è proseguito il calo dei lavoratori autonomi; il tasso di disoccupazione si è ridotto (al 7 per cento).
Le assunzioni nette, ancora positive, hanno riguardato quasi esclusivamente posizioni a tempo indeterminato; la creazione di nuovo lavoro ha interessato tutti i principali comparti. È diminuito ulteriormente il ricorso agli strumenti di integrazione salariale, tornato su livelli non molto superiori a quelli pre pandemici.
È proseguito l’incremento dei consumi, grazie anche al positivo andamento del mercato del lavoro, ma è stato frenato dal rialzo dell’inflazione (13,6 per cento in regione a dicembre 2022), che ha interessato soprattutto le componenti di spesa legate all’abitazione e alle utenze, la cui incidenza sul totale in Liguria è superiore rispetto all’Italia e che pesano maggiormente nel paniere di consumo delle famiglie meno abbienti. I mutui per l’acquisto di abitazioni hanno decelerato (al 2,5 per cento), in connessione con la dinamica delle transazioni immobiliari. Alla fine dell’anno il grado di indebita mento delle famiglie liguri nei confronti di banche e società finanziarie è lievemente calato , rimanendo su un livello inferiore rispetto al Nord Ovest e all’Italia.
Anche in provincia di Imperia gli occupati sono aumentati del 3,6 per cento; il tasso di disoccupazione è sceso di quasi due punti percentuali (dall’11,1 al 9,2 per cento), rimanendo tuttavia il più elevato tra le province liguri.
Nell’Imperiese il credito al settore privato non finanziario è cresciuto marginalmente (0,6 per cento): vi ha contribuito soprattutto il calo meno marcato dei prestiti alle imprese (- 3,2 per cento). Diversamente da quanto registrato in regione, in provincia di Imperia i depositi di imprese e famiglie hanno continuato, nel complesso, ad aumentare (2,2 per cento); la riduzione dei titoli a custodia (-4,6 per cento) è stata un po’ meno intensa di quel la osservata in Liguria.