Un’opera di un artista sanremese, Riccardo Bonfà, già esposta alla Biennale di Venezia, sarà al centro di una mostra che si svolgerà domenica prossima alla Villa Boselli di Arma di Taggia. E’ un evento unico curato da Andrea Bonfà che ha voluto ricordare ed omaggiare così la memoria di suo padre e quel grande amore che aveva per l'arte.
“Era da tempo che volevo dedicare una mostra, postuma, purtroppo, a mio padre, scomparso l’8 gennaio del 2020. - racconta il ragazzo - La pandemia mi aveva costretto a rimandare di anno in anno. Finalmente ora sono riuscito a creare un evento che gli è dovuto, non tanto per affetto filiale, quanto per la sua grande capacità creativa”
Riccardo Bonfà per gran parte della sua vita aveva fatto l’autista della Riviera Trasporti. Un uomo, mite, ben voluto, ligio al suo lavoro. Legatissimo alla famiglia. Chi lo conosceva più da vicino sapeva della sua passione segreta: l’arte, la capacità immediata di disegnare, di rendere su tela paesaggi e personaggi, immersi in una luminosità tutta particolare, che è uno dei suoi tratti distintivi. La luminosità dei volti, la luminosità delle marine, la luminosità dei paesaggi collinari, la luminosità del sorriso.
”Papà aveva un dono. Fin da bambino riusciva ad imprimere su un foglio di carta, sulla tela dei disegni bellissimi, con una facilità estrema, che lasciava gli adulti ammirati e stupefatti. - ricorda Andrea - A 11 anni aveva già vinto il suo primo concorso di pittura. Era nato nel 1967 a Sanremo, primogenito di una famiglia veneta e tosco emiliana. Come studi era arrivato alla seconda geometri, poi aveva preferito prendere la strada del lavoro, prima nei cantieri, poi come venditore di ricambi e rappresentante. Infine riuscì ad avere un posto fisso alla Riviera Trasporti. Dove rimase per venti anni. Fare l’autista gli piaceva”
Le matite, i pennelli erano stati messi da parte. La ricerca del posto fisso, per mettere su famiglia aveva fatto accantonare un dono ed una passione, che però non possono essere sopite più di tanto. “All’improvviso in età più matura si rimise a dipingere, assecondando la sua vera natura. E fu una produzione incredibile, fecondissima. Che aveva anche un luogo magico di ispirazione per lui. Era la casa della nonna a Montelungo di Pontremoli, nell’alta lunigiana, tra colline e piccoli canion, dove avrebbe voluto trasferirsi dopo la pensione. Cominciò anche a seguire studi specifici di arte, privatamente, e andò alla scuola di pittura del maestro Cosentino a Bordighera, semplicemente per affinare una vena creativa che gli scorreva dentro per dote innata”.
Era il 2016 quando cominciò ad esporre le sue opere. Prima all’Hotel Nazionale di Sanremo, poi a Valloria, poi a Taggia, poi fuori della Liguria a Parma. Ma le tappe che avvicinarono Bonfà al grande pubblico furono essenzialmente due.
“Nel 2017 papà viene inserito nel catalogo Bolaffi, e l’anno successivo ci fu l’incontro con Vittorio Sgarbi che rimase colpito dalla facilità con cui riusciva ad esprimere lo stato visibile delle emozioni attraverso raffigurazioni paesaggistiche e ritratti di persone immerse in ambienti naturali. Sgarbi firmò una sua breve biografia che alla fine conteneva un coefficiente di valutazione artistica. Per lui una sorta di laurea, il riconoscimento delle sue capacità artistiche".
"Fù un successo inarrestabile, con la richiesta di partecipare a mostre ovunque, con vendita di quadri e molti dipinti fatti su commissione. Ma cercava solo l’arte e la sua più grande soddisfazione la ebbe quando una sua opera, ‘’La primavera’’, venne scelta per essere esposta alla Biennale di Venezia nel 2019. Raffigura una bambina in mezzo a un mare di ortensie. Più che i colori conta la luce dell’opera e la sensazione tattile della bambina in mezzo ai fiori, immersa nei profumi della natura al suo risveglio. Purtroppo di lì a qualche mese mio padre, per un male incurabile, andò altrove".
La bambina e le ortensie, tornano domenica per un giorno ad Arma di Taggia. Saranno al centro di venticinque tele bellissime. Riccardo Bonfà, autista, pittore sensibile e geniale, resta nella luce delle sue straordinarie pennellate. L’arte regala l’immortalità. L’amore di un figlio ha voluto riportare le luci di un grande visionario alla luce. Quella dell’umanità.