Nell’ambito della rassegna “Swing Corner of the Fortress” si tiene domani, venerdì 23 giugno alle 17.30, il secondo evento collaterale. Si tratta della presentazione di un volume di recente uscita che si sposa appieno con l’iniziativa musicale sia sotto l’aspetto dello stile (lo Swing) che in rapporto alla mostra collegata (dedicata all’eleganza maschile nei secoli). Il libro, edito da Mellophonium Broadsides, s’intitola “Demo Bruzzone tra Barzizza e Giacomazzi” e ha per sottotitolo “L’arte dell’arrangiamento musicale a Sanremo”. L’autore è Freddy Colt che sull’argomento ha raccolto nel tempo una vasta documentazione: è infatti biografo ufficiale di Pippo Barzizza ma anche custode dei manoscritti del compositore sanremese Demo Bruzzone, a cui dedica spesso concerti monografici.
Il libro in questione non è però una biografia, quanto un saggio sul rapporto diretto e indiretto tra Bruzzone e due suoi illustri colleghi: i maestri Pippo Barzizza e Angelo Giacomazzi, entrambi genovesi di nascita ma legati alla città dei fiori per via matrimoniale. Si mettono a confronto musiche e vicende, ambienti artistici e percorsi personali. Bruzzone è quello, tra i tre, a cui la fortuna non arrise particolarmente: eppure la sua opera, soprattutto come compositore, è stata via via riscoperta e rilanciata. Un suo brano è stato suonato in concerto e anche inciso da Stefano Bollani, un altro ha fatto il giro del mondo suonato orchestre mandolinistiche (negli Stati Uniti come in Giappone o in Australia) grazie al concertista Carlo Aonzo. Un suo tango sinfonico ha conosciuto almeno due interpretazioni discografiche in Germania, prima delle quali la versione del celebre Alfred Hause. Poi c’è tutto il lavoro compiuto dal Centro Stan Kenton con la pubblicazione di due CD che videro la partecipazione di numerosi e affermati musicisti, tra i quali Riccardo Zegna, Claudio Capurro, Piero Paganelli, lo stesso Carlo Aonzo e il chitarrista Omar Fassa, il quale ha curato l’edizione di brani per chitarra classica usciti qualche anno fa con le edizioni Armelin di Padova.
Oltre alle osservazione critico-storiche di Colt, nel volume sono raccolte testimonianze di prima mano sui tre artisti, rese da personalità come Franco Cerri, Giampiero Boneschi, Isa Barzizza, Memo Remigi, ma anche ex allievi di Bruzzone come Fabrizio Vincitorio e Davide Tepasso, oltre a pareri di critici musicali di prim’ordine quali Dario Salvatori e Guido Michelone.
Nell’incontro di venerdì 23, ad ingresso libero, a dialogare con l’autore sarà la giornalista Manuela Di Pietro. Nell’occasione verrà distribuito gratuitamente l’ultimo numero della rivista “The Mellophonium” dedicato all’eredità dello Swing Italiano e, in particolare, a Lelio Luttazzi.