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Politica | 20 giugno 2023, 12:04

Diga in valle Argentina: Siffredi (Progetto Comune) "Facciamo referendum, i sindaci non sono uniti"

Progetto Comune si pone contro ogni forma di diga in valle Argentina, a Glori (Molini di Triora) o più a nord oppure a sud di Badalucco, nel territorio comunale di Taggia.

Jacopo Siffredi

Jacopo Siffredi

"Sulla diga chiediamo che si faccia un referendum". È la posizione di Jacopo Siffredi, consigliere comunale a Taggia e rappresentante del gruppo 'Progetto Comune'. L'esponente di opposizione tabiese ha partecipato all'assemblea pubblica che c'è stata venerdì.

"Semplicemente si propone di non erigere nessuna diga in valle Argentina, né a Glori di Molini di Triora, né più a nord o a sud di Badalucco, quindi nel territorio di Taggia. Si avrebbero delle conseguenze importanti se si pensa che poco più a valle c'è in progetto la costruzione di un nuovo ospedale unico a Taggia" - afferma Siffredi

Come è stata accolta la proposta?  "Per questioni politiche i sindaci della Valle Argentina danno segni di patimento alla proposta ma non possono ostacolarla. Addirittura il sindaco di Molini di Triora, Manuela Sasso a mezzo stampa sostiene che manchi l’oggetto del referendum. Difficile a credersi. - risponde Siffredi - Nel corso della serata è stata sottolineata la necessità di unione tra amministratori e cittadini, però non si è minimamente percepita l’unione in primis tra i sindaci della Valle Argentina. Durante l’assemblea era presente solo il sindaco di Montalto Carpasio, Mariano Bianchi accompagnato da due consiglieriAvrebbe fatto piacere la presenza dell’amministrazione di Taggia e non solo quella di due componenti della minoranza (oltre a Siffredi era presente anche Davide Caldani di Progettiamo Il Futuro ndr), un’assenza giustificata dal sindaco Orengo in quanto i primi cittadini non sono stati invitati ma essendo un’assemblea pubblica la giunta non ne era certamente esclusa a priori". 

Cosa ne pensa dell'assemblea? "L’assemblea della Comunità Argentina è iniziata con la richiesta di un voto di fiducia, da parte del sindaco di Badalucco Matteo Orengo, addirittura prima della discussione. Ha dato inizio ad una retorica impostata su parole quali “guerra” “battaglie” “soldati”, “generali”, termini totalmente fuori luogo visto il periodo che stiamo vivendo, ma è anche vero che l’espressione “lotta” è troppo distante ad ideologie a lui care. Sempre Orengo ha sostenuto che il problema diga non fosse una questione politica. La politica è la scienza che gestisce la cosa pubblica, attraverso le decisioni prese dagli amministratori ad ogni livello, e questa è certamente una questione politica" - puntualizza Siffredi.

"Se invece il Sindaco Orengo intendeva che non si tratta di questione partitica, inneggiando all’unità tra cittadini e amministrazioni e tra amministrazioni stesse della Valle Argentina, allora la questione è un po’ più ambigua. Si richiama ad una decretazione dell’Agosto 2022, sul tema diga in valle Argentina, accennando al fatto che fosse un governo di centro sinistra ad averla scritta. - prosegue l'esponente di Progetto Comune - Ricordiamo che in quel governo, in realtà tecnico, tre dei quattro partiti che ora governano la nazione, erano in maggioranza, e Fratelli d'Italia si asteneva costantemente dal voto. Partiti che il sindaco Orengo sostiene e da cui è sostenuto. Partiti che governano anche la Regione Liguria e la provincia di Imperia. Il sindaco Orengo dovrebbe chiedersi quali interessi sostiene la sua parte politica e perché, evidentemente questi interessi sono contrari a quelli della Valle Argentina".

Durante l'assemblea lei ha preso parola parlando della posizione di Rivieracqua sullo studio di fattibilità per la costruzione di una diga a Glori. "Ricordiamo che 200mila euro degli 800mila euro totali che si spenderebbero per lo studio di fattibilità sono a carico di Rivieracqua. L'azienda ha enormi debiti nei confronti dei Comuni interessati e non solo, solo con Badalucco per 174mila euro. Per cui anziché far fronte ai debiti, Rivieracqua impiega soldi per fare un progetto che un referendum probabilmente boccerebbe. Bisogna opporsi" - conclude Siffredi. 

Stefano Michero

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