Attualità - 11 giugno 2023, 07:11

Appunti di storia, Porto Maurizio e la sua gente in patria e nel mondo

"Porto Maurizio aveva tratti assai più simili a quelli nizzardi di quanto non avesse Oneglia", scrive il Casalino

Ancora un decennio dopo la caduta di Napoleone, ma in un certo senso anche dopo, la moda e i sentimenti filofrancesi si conservarono a Porto Maurizio, soprattutto negli atteggiamenti signorili e nei modi di vestire delle donne portorine, che facevano ostentativamente il verso alle loro consorelle francesi, mentre ad Oneglia, che pur vantava tradizioni sabaude, i costumi e i caratteri apparivano più grezzi e popolari.

Del resto anche nel periodo rivoluzionario, tramite il particolare operato didattico di Filippo Buonarroti, Porto Maurizio assumeva tratti assai più simili a quelli nizzardi di quanto non avesse Oneglia.

Dalla cessione genovese alla corte torinese Oneglia, infatti, non aveva rilevato a pieno i costumi sabaudi e nemmeno le frequentazioni della vicina Francia, famigliari invece ai portorini, nonostante che questi ultimi appartenessero ai domini della Superba: i portorini, nello stesso tempo, intrattenevano fitti scambi con il sud francese al pari di quanto facevano le vicine Laigueglia ed Alassio.

Soprattutto la prima che era una vera e propria signora del mare e che vantava già proprie colonie a Marsiglia e persino in Sud Africa e oltre Atlantico, come appresi dai racconti di mio nonno che toccò molti porti fuori Europa e che mi narrava delle imprese dei concittadini lontano dal paese fin dai secoli precedenti.

Di gente di Porto Maurizio e di Ventimiglia, ma anche di Laigueglia, Alassio e Ceriale, l'avo aveva trovato traccia anche nei dialetti presso la manodopera impiegata dalla Compagnia delle Indie britannica in terra sudafricana, ma anche più in là, nell'Indostan britannico, in Estremo Oriente. 


Pierluigi Casalino