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Attualità | 07 giugno 2023, 07:11

Imperia città tristissima o felicissima? Due visioni entrambe distorte (Il punto)

Ventiquattro kilometri di coda: non si è tenuto conto delle disgrazie altrui, segnatamente dell’alluvione che ha drammaticamente colpito la Riviera romagnola

Imperia città tristissima o felicissima? Due visioni entrambe distorte (Il punto)

"Imperia città tristissima dove ci sono solo un porto e i suoi parcheggi?" A sostenerlo  è stato Martino Migli, co-conduttore insieme a Luca Viscardi della trasmissione radiofonica  'Suite  205' andata in onda in diretta la sera del 4 giugno su Rtl 102,5

Commentando insieme ai radioascoltatori il ponte appena passato e il faticoso rientro con 24 kilometri di coda, Migli si è lasciato andare a considerazioni su Imperia e Diano Marina. 

Al di là del ‘simpatico’ siparietto con l'automobilista in coda che stava rientrando a Torino dopo aver trascorso il week end nella Città degli aranci, probabilmente costruito ad arte per fare audience, è evidente che nessuno può considerare a buon ragione che a Imperia ci sia solo il porto turistico circondato dai suoi parcheggi.

Anzi, casomai, il problema è che entrambi sono completamente scollegati dalla città, quasi fossero un corpo estraneo alla stessa. Quello che dovrebbe interessare (e preoccupare) gli amministratori e gli operatori è la percezione che si ha all'esterno della città di Imperia che è, chiaramente, quando esiste, del tutto distorta. 

Ma di chi sono le responsabilità? Sicuramente di noi stessi imperiesi, nessuna categoria esclusa, ma con una buona dose da addossare a chi ha amministrato Imperia dal secondo dopoguerra ad oggi.

Un amministratore oggi in carica ha pure commentato sul web affermando che non si doveva dare rilievo alle parole di Martino Migli ma al fatto che Imperia era piena di turisti e che sulle spiagge non si faceva altro che commentare come fosse bella e viva la città, pena di eventi (La Fiera del libro a Porto Maurizio?) nel fine settimana del 2 giugno.

Una narrazione senz'altro sincera ma distorta come quella di chi viene da fuori.

In effetti i 24 kilometri di coda sono il segno di un esodo massiccio imprevisto dagli stessi concessionari delle autostrade. Evidentemente, l'algoritmo utilizzato non teneva conto delle disgrazie altrui, segnatamente dell’alluvione che ha drammaticamente colpito la Riviera romagnola. Ancora una volta, come è accaduto durante il covid si campa sulle disgrazie altrui. 

Questo perché non c’è mai stata una politica e una formazione adeguata per un settore turistico al passo dei tempi. 

Nel capoluogo ciò si vede in modo lampante e continuare a far finta di nulla non va affatto bene.

Diego David

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