Attualità - 31 maggio 2023, 11:39

Proiezione conclusiva con la regista Maria Iovine in sala per il progetto 'Formare gli sguardi' del Fermi-Polo-Montale

Attraverso il racconto vivido della preparazione atletica e dei momenti di vita personale di Veronica Yoko Plebani, campionessa paralimpica di Triathlon della Nazionale Italiana, Maria Iovine ci accompagna per mano alla scoperta non del personaggio e della sua disabilità ma della persona e della sua umanità

Lo scorso 19 maggio, presso lo storico cinema Olimpia di Bordighera, si è tenuto il quarto ed ultimo appuntamento dell’anno scolastico per la rassegna “Costruire un nuovo sguardo per la cittadinanza”, parte del Progetto “Formare gli sguardi: educazione al linguaggio visivo ed audiovisivo attraverso le lenti dell’inclusività”, promosso dall’Istituto di Istruzione Superiore Fermi – Polo – Montale di Ventimiglia diretto dalla Dirigente Scolastica Dott.ssa Antonella Costanza e dal partner di progetto Women in Film Television & Media Italia. Dopo la visione di opere scelte per favorire nelle studentesse e negli studenti una riflessione più consapevole e critica circa la rappresentazione femminile, questa è stata la volta di un docufilm, Corpo a Corpo della regista casertana Maria Iovine, che al percorso già svolto ha aggiunto la riflessione sulla rappresentazione della disabilità fisica, altra categoria sottorappresentata nell’audiovisivo.

Attraverso il racconto vivido della preparazione atletica e dei momenti di vita personale di Veronica Yoko Plebani, campionessa paralimpica di Triathlon della Nazionale Italiana, Maria Iovine ci accompagna per mano alla scoperta non del personaggio e della sua disabilità ma della persona e della sua umanità, in un racconto che ci riguarda tutti da vicino: come la stessa regista ha voluto sottolineare nella tavola rotonda che come sempre ha seguito la proiezione, Corpo a Corpo ci parla innanzitutto di accettazione del corpo, definendo un vissuto in cui tutti noi perciò possiamo riconoscerci. È questo infatti il fil rouge che lavora da collante narrativo delle sequenze che ritraggono Veronica, ora impegnata con determinazione negli allenamenti ora preoccupata per gli esami universitari ora in allegro dialogo con amiche e familiari: in ciascuno dei casi, lo sguardo della regista non si limita ad indagare il rapporto di Veronica con il proprio corpo ma anche quello di chi la circonda, in un gioco di specchi che, sorprendentemente, rivela Veronica dotata ancora una volta di una marcia in più, in quella che evidentemente è la sfida non solo della sua vita: l’accettazione di sé.

A moderare la tavola rotonda, Federica Nicchiarelli, Responsabile Area Formazione WIFTMI, che ha saputo far dialogare la giovane platea con le ospiti in sala, orientando un dibattito tutto volutamente focalizzato sul tema dell’inclusione a trecentosessanta gradi. Interlocutrici in un botta e risposta vivacissimo col pubblico sono state naturalmente la regista Maria Iovine, che non solo ha generosamente condiviso aneddoti relativi alla produzione del suo docufilm ma ha anche saputo coinvolgere tutte e tutti con la sua riflessione sul “privilegio” che l’appartenenza ad una categoria sociale, culturale o di genere comporta; la Dott. ssa Marzia Macchiarella, socia WIFTMI e Diversity Equity Inclusion Specialist, che ha trascinato la platea in una lucida ma appassionata analisi delle forme di rappresentazione della disabilità, ricordando come “troppo spesso esse oscillino tra i due stereotipi antitetici dell’eroico e del vittimistico, oscurando le persone nella loro individualità unica e irripetibile e cedendo invece il passo a rappresentazioni falsate e inautentiche”;  la Referente per la Scuola Prof.ssa Ambra Saitta  che, sull’onda delle suggestioni ispirate dalla proiezione, ha ribadito la necessità di una presa di coscienza rispetto a quello “sguardo” a cui tutti noi difficilmente riusciamo a sfuggire e che ci ingabbia dentro alle aspettative della società, talvolta anche della famiglia, limitando le nostre aspirazioni.

Corpo a Corpo porta infatti anche questo sullo schermo: la dualità tra ciò che siamo e l’immagine di noi a cui invece la società e le sue rappresentazioni culturali vogliono ridurci, come ben è rappresentato dalla scelta della regista di inquadrare spesso il volto di Veronica tagliandolo di netto a metà. Di tutto questo studentesse e studenti hanno parlato, in un dibattito che ha veramente emozionato e che   lascia una chiara percezione: quella di un giovane pubblico che si rivela “cresciuto in questo nostro percorso, più consapevole, desideroso di mettersi in gioco ma al contempo in ascolto”, come hanno sottolineato le due referenti per l’associazione e la scuola, Federica Nicchiarelli e Ambra Saitta. Una constatazione che ha trovato d’accordo la DSGA dell’Istituto, Dott.ssa Maria Cristina Granata, presente in sala in occasione di questo evento di fine anno scolastico, ma anche le Associazioni impegnate sul territorio sui temi della parità di genere e dell’inclusione: dalla Presidente dell’Associazione Penelope Donne, Daniela Lorenzi, che insieme alla socia Pia Orsini ha sempre partecipato con grande entusiasmo alle proiezioni, supportando l’iniziativa di formazione con grande spirito di “sorellanza”, alle socie dell’Associazione Noi4you, anch’esse ospiti graditissime di ogni appuntamento, che hanno riconosciuto la necessità per la formazione delle giovani generazioni di procedere sul cammino avviato dal progetto “Formare gli sguardi”. Il nuovo appuntamento sarà ad ottobre prossimo, quando con il secondo docufilm, “La timidezza delle chiome” di Valentina Bertani, in concorso per il David di Donatello 2023, si concluderà il ciclo di proiezioni della rassegna legata al progetto.