Sono passati più di trent’anni ma, per chi ha già un’età, il ricordo è ancora vivido, per una stagione di Sanremo che produceva goliardia e divertimento anche ‘con poco’, senza social e senza tanti ‘algoritmi’ che cambiano spesso il nostro modo di essere.
Di cosa parliamo? Dei ‘Sanremezzi’ che, fortunatamente, ci sono ancora ma che dal ’91 al ’95 hanno proposto una serie di spettacoli, intitolati ‘Festival e mezzo’, che hanno fatto ridere mezza città, in modo semplice e diretto, quando il ‘politically correct’ non esisteva e quando la satira e ‘vera’, senza rete e senza nessun pelo sulla lingua.
Venerdì scorso sono tornati a parlarne Alberto Guasco, giornalista e documentarista, e Adriano Battistotti, avvocato ed ex assessore, consigliere e presidente del Cda del Casinò. Davanti ad una attenta platea, Guasco ha spiegato cosa significava essere goliardi e fare satira a quel tempo. E anche quanto sarebbe difficile, se non impossibile, proporre adesso le stesse cose.
Un modo di vivere che Guasco e Battistotti ci spiegano nell’intervista che vi proponiamo.