Presso il cimitero di Oneglia, l'ex premier Massimo D'Alema ha reso omaggio alla tomba di Alessandro Natta, l'ex segretario del Partito comunista italiano sepolto nella sua città natale. "Per me è veramente un grande onore essere qui e ricordare una grande personalità che ha rappresentato molto nella vita del nostro paese, di questa Regione e di questa terra ma anche nella mia vita personale" - dice Massimo D'Alema - "Sono cresciuto a Genova, mio padre era il numero due di quella lista del partito comunista di cui era capolista Natta e quindi ho avuto modo di conoscerlo quando ero ragazzo".
Ad attendere D'Alema il sindaco Claudio Scajola in una delle sue prime uscite pubbliche, dopo la rielezione. Scajola ricorda la figura di Natta non lasciandosi scappare l'occasione di fare un parallelo con il momento attuale: "Ho un ricordo da bambino quando era capogruppo in consiglio comunale con mio papà (Ferdinando ndr) sindaco e poi in alcuni incontri romani e a Imperia. Un uomo, tosto, un uomo duro, un uomo colto un uomo che conosceva e rispettava le istituzioni un modo di far politica che oggi è molto raro".
"In questo periodo che viviamo nelle contrapposizioni che si notano troppo spesso, sulla bassezza culturale e sulla difficoltà a capire che prima di tutto ci deve essere rispetto delle istituzioni persone. Il livello è sceso, ma speriamo sempre che possa crescere", sottolinea il primo cittadino.
D'Alema era a capo della delegazione dell’Associazione Enrico Berlinguer e dell’Associazione-Fondazione Alessandro Natta accompagnato dall'onorevole Ugo Sposetti e dai maggiorenti locali del Pd. "L'ho sentito vicino vicino in tanti momenti della mia vita" - sottolinea D'Alema - "Era un maestro e un grande intellettuale. Un uomo di una cultura classica straordinaria, di grande rettitudine e di grande passione politica".
Alessandro Natta, sestogenito di una famiglia di orientamento socialista, si era laureato alla Normale di Pisa. Nell'Ateneo, nel 1936, aveva preso i primi contatti con l'antifascismo militante. Chiamato alle armi nel 1941, durante la Seconda guerra mondiale Natta è mobilitato nell'Egeo, sottotenente di Artiglieria. Dopo l'armistizio, prende parte alla lotta contro i tedeschi, rimanendo ferito durante la difesa dell'aeroporto di Gadurrà, attaccato dalle truppe naziste. Imprigionato a Rodi, rifiuta ogni collaborazione con tedeschi e repubblichini ed è deportato in Germania.
Attivo nell'organizzazione della Resistenza tra gli ufficiali dei lager di Kustrin, Sandhbostel e Wietzendorf, raccoglierà i ricordi di questa sua esperienza e di quella degli altri internati italiani nei lager del III Reich, nel libro L'altra Resistenza.
Nell'agosto 1945 Natta, rientrato in Italia, si iscrive al PCI. Per un anno insegna nel Liceo classico di Imperia e, dal 1946, è consigliere comunale comunista. Passato completamente all'attività politica, è tra i dirigenti della Federazione del PCI di Imperia, della quale diventa segretario nel 1950. Eletto deputato nelle liste del Fronte Popolare nel 1948, sarà parlamentare in tutte le successive Legislature.
Alessandro Natta, che si è autodefinito "illuminista, giacobino e comunista", ha diretto a Roma l'Istituto Gramsci e il settimanale Rinascita, ha presieduto il Gruppo parlamentare comunista sino alle elezioni del giugno 1979, è stato nella Direzione del suo partito con Palmiro Togliatti, Luigi Longo ed Enrico Berlinguer.
Alla prematura, improvvisa scomparsa di quest'ultimo, tocca a Natta (che per ragioni di età e di salute si stava già defilando dall'attività di direzione), assumere la guida del PCI, continuare sulla "via italiana al socialismo".
È il 24 ottobre 1984. Dopo il "sorpasso" elettorale del PCI sulla DC, Alessandro Natta è riconfermato dal successivo Congresso e manterrà la segreteria sino al 1988 quando (colpito da un attacco cardiaco alla vigilia di un comizio elettorale), è sostituito al vertice del PCI da Achille Occhetto.
Il nuovo segretario, dopo la caduta del Muro di Berlino, si pone l'obiettivo di cambiare nome, simbolo e collocazione del Partito. Alessandro Natta (che pure, nel 1969, aveva ottenuto l'espulsione degli "eretici" del Manifesto), si opporrà alla fine del suo PCI, dando vita (con Pietro Ingrao, Gian Carlo Pajetta, Armando Cossutta e Aldo Tortorella), a quello che sarà chiamato "fronte del no". Non riuscirà ad evitare la nascita, nel 1991, del Partito Democratico della Sinistra.
Anziano, malato, deluso Natta tenderà a chiudersi sempre più nel privato e nei ricordi, anche se nel 1996 saluterà la vittoria dell'Ulivo. Nel 2009, in occasione del novantesimo anniversario della nascita di Alessandro Natta, la sua città gli ha intitolato "il molo lungo" di Oneglia. Alla memoria di Natta è stato anche inaugurato un altorilievo in bronzo, opera dello scultore Riccardo Cordero.
Ad Alessandro Natta è stato assegnato anche il Premio Parasio.
(profilo di Alessandro Natta tratto da www.anpi.it)