Nei grafici che, il giorno dopo, rappresentano l’esito delle elezioni nei più importanti comuni chiamati al voto, alla voce Imperia, spiccano dei clamorosi vuoti nelle caselle riservate ai partiti di centrodestra. Per forza, non c’erano. La schiacciante vittoria alle comunali del sindaco uscente rivela, in effetti, particolari assai curiosi e singolari.
Scajola, mantenendo fede alle promesse, aveva bandito dalle proprie liste i simboli di partito. Solo liste con il suo nome, in virtù di un civismo largo di un centrodestra assai moderato.
E i partiti nazionali, a cominciare dal piccolo “Cambiamo” di Giovanni Toti, questa volta, a differenza di cinque anni fa, avevano obbedito agli ordini. Forza Italia, partito organizzato a livello nazionale anni fa proprio dallo stesso Scajola, aveva subito detto di si.
Successivamente, dopo una poco credibile ammuina, anche la Lega di Matteo Salvini aveva dato l’ok. Infine, Fratelli d’Italia, il potente partito di Giorgia Meloni, dopo aver presentato in pompa magna il proprio candidato, il colonnello dei carabinieri Luciano Zarbano, lo aveva clamorosamente abbandonato un minuto prima dello start, dicono per una telefonata, forse per gli esiti di un impietoso, riservato sondaggio.
I partiti del centro destra, dopo aver rispettosamente adempiuto alle volontà del dell'ex ministro cancellando i loro simboli di partito, non avevano però rinunciato ad indicare candidati di riferimento.
Se Cambiamo è passata in massa nelle file scajoliane, la Lega e Fratelli d’Italia avevano puntato su Mattia Sasso il partito di Salvini, Alessandro Casano quello di Giorgia Meloni.
Per il primo si erano mossi in massa gli uomini del Carroccio con in testa il vicepresidente di Regione Liguria Alessandro Piana. Ci si aspettava, da un partito capace di ottenere in città alle ultime politiche la bellezza di quasi 2.000 voti (1887 alla Camera per la precisione), un risultato significativo. Mattia Sasso, seppur eletto, ha invece racimolato solo 201 preferenze.
Per Alessandro Casano, unico candidato de facto di quei Fratelli d’Italia che a settembre nel capoluogo hanno raccolto, sempre alla Camera ben oltre 4.000 voti (cifra puntuale, 4.322) è sembrato, invece, non aver corso nessuno.
Spariti dalla circolazione dopo mesi di roboanti dichiarazioni, il portavoce cittadino del partito Giossi Massa, Paolo Strescino storico esponente della destra cittadina e Sara Serafini che pure avevano annunciato la loro candidatura a sostegno di Zarbano.
Casano, che nelle due ultime tornate elettorali si era presentato come candidato sindaco con una lista autonoma ottenendo elevati consensi (nel 2013 fu anche eletto) porta a casa 209 preferenze che, se gli basteranno per ritornare in consiglio comunale, sono frutto evidente di un mero ed esclusivo consenso personale.
Il fine stratega Claudio Scajola, oltre a togliergli i simboli, nella sua Imperia pare proprio aver letteralmente raso al suolo i potenti partiti che governano il Paese. E i loro uomini. Come un’atomica.
(continua...)