"Una vita da numero 10", libro scritto dall'ex calciatore Andrea Caverzan, sarà presentato venerdì prossimo alle 21,15 nello spazio della libreria Antea di via Soleri 5B a Taggia. Interverranno, oltre all'autore, il giornalista Marco Silvano Corradi e l'attrice Graziella Tufo che leggerà alcuni brani del libro.
Il volume, stampato da Antea Edizioni, propone la biografia di Andrea Caverzan ripercorrendone la carriera, da quando bambino viveva per il calcio, fino all'esordio in serie A con l'Udinese, il suo passaggio alla Juventus, e quindi gli anni da professionista in altre squadre italiane. Il tutto con il racconto di decine di gustosi aneddoti, fra alti ma anche bassi, attraverso una grande e sorprendente sincerità che lo induce a rievocare non solo i momenti di esaltazione e gloria ma anche altri scomodi.
Ecco allora quanto accadeva nello spogliatoio della Juventus (con Zoff allenatore e Scirea, in precedenza compagno di squadra, vice) imbottita di campioni da Baggio a Schillaci, da Laudrup a Tacconi, quasi tutti estranei in settimana e invece formidabilmente uniti nelle partite. Fra i tanti due episodi con uno straordinariamente umano Baggio, o gli scherzi di cui era vittima Schillaci (del quale Caverzan era compagno di camera) indotto a credere da Brio che Tacconi teneva una tigre in casa cui aveva preparato una stanza "stile giungla". E ancora, clamorosa la notizia se fosse stata pubblica allora, un pugno in faccia di Schillaci a Baggio.
Con Marco Silvano Corradi, giornalista e scrittore che è stato anche calciatore e allenatore seppure limitatamente a campi della Liguria e del Piemonte (e dunque ancora più indicato a dialogare con l'ospite), c'è pure un bel rapporto di amicizia. Graziella Tufo è attrice preparata che negli ultimi due anni è comparsa anche in trasmissioni Rai.
Sarà sicuramente un bell'incontro all'insegna dello sport. L'autore si sofferma su un periodo storico e avvincente del calcio. E i miei miti di bambino sebbene poi non me ne sia più occupato, già adolescente, dedicandomi maggiormente all'atletica. In Caverzan ho visto la storia di un calciatore di talento, per alcuni versi sfortunato. Un uomo leale. Vicende di vita, le sue, che mi hanno coinvolto anche per i grandi valori che trasmette ai giovani.