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| 14 maggio 2023, 08:01

Ventimiglia romana, porta aperta per l'Oriente

Dopo la tappa dell'Orient Express nella Città di confine. "Ebrei, siriaci, greci, africani e mercanti asiatici ne fecero un crocevia di scambi e di interessi

Ventimiglia romana, porta aperta per l'Oriente

La notizia è che l'Orient Express ha fatto tappa a Ventimiglia? Nulla di nuovo.

Ventimiglia, centro di romanità, dopo essere stata capitale dei Liguri intemeli, fu emporio di merci di straordinaria importanza per tutto l'impero e rappresentava una vera e propria porta aperta per l'Oriente. 

Ancor prima dell'era volgare, durante la tarda Repubblica, ebrei, siriaci, greci, africani e mercanti asiatici di altra origine fecero di Ventimiglia un crocevia di scambi e di interessi.

Le cronache narrano inoltre che, regnante Marco Aurelio, una delegazione militare e commerciale cinese giunse in Egitto e raccolse informazioni su Roma, le sue istruzioni e le sue citta, tra cui Ventimiglia, la cui fama raggiungeva i quattro venti.

Ventimiglia in piccolo era una immagine di Roma e soprattutto sotto Giulio Cesare e i suoi successori attirò genti e mode che ne fecero una speciale succursale del sincretismo universale di idee, credenze e correnti di pensiero che attraversavano i domini romani.

Anche sotto gli imperatori posteriori alla dinastia Giulio-Claudia, la vivacità dei contatti e delle influenze suscitò nella zona intemelia un particolare sviluppo a più voci. Magia, esoterismo, culti persiani come quello di Mitra e quello egizio di Iside, filosofia, ma anche giochi gladiatori e spettacoli teatrali trovarono in Ventimiglia una sede privilegiata per l'intero occidente romano. Il teatro romano della città di confine riecheggia oggi la voce del fato.

Il dissesto finanziario provocato da Nerone, alla lunga, impose a Vespasiano di introdurre misure fiscali severe che toccarono anche la Liguria e Ventimiglia, creando condizioni di disagio alla agricoltura della regione. Ventimiglia, per la sua posizione marittima, risentì tuttavia in misura minore della crisi. Crisi che si trascinerà fino a Diocleziano, che introdurrà riforme radicali per evitare la bancarotta.

La Liguria riuscì, come detto, a limitare i danni. Prima di Diocleziano un tentativo di risolvere i problemi fu affrontato da un imperatore ligure,  Pertinace, originario della attuale Vado, che fu eliminato troppo presto per contrasti con i militari a causa della austerità 

Pierluigi Casalino 

Redazione

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