Attualità - 10 maggio 2023, 15:49

I volontari dell'Oasi del Nervia ai comuni del comprensorio intemelio: "Siamo stati minacciati, chiediamo protezione" (Foto)

"Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni e vediamo similarmente abbandonata l'oasi stessa, un apparente autogrill di riposo, protezione e salvezza"

I volontari dell'Oasi del Nervia fanno outing ai comuni del comprensorio intemelio ed esplicitano le loro richieste a tutela non soltanto degli animali: "Questa volta chiediamo protezione ed azione!" - dicono.

Che cosa è un’oasi? Quali immagini evoca nella nostra mente, nel nostro cuore, nella nostra coscienza?

"Ebbene, come riportato dal dizionario enciclopedico Treccani, si fa riferimento al termine oasi per indicare un’area di limitata estensione, situata in un territorio desertico, nella quale, per la presenza di acqua, è possibile lo sviluppo di vegetazione (…). Credo che tanti di noi associno la parola ‘oasi’ a tale immagine di vegetazione e salvezza nel mezzo di un territorio arido e ostile. Teniamo per il momento a mente la parola salvezza. Per estensione di significato, l’oasi può essere un luogo che offre caratteristiche assai più gradevoli di quelle del contesto in cui ci troviamo normalmente. 'Un'oasi di pace dal traffico, dallo stress' etc., anche in questo caso una forma di salvezza. Solo negli ultimi anni, con le leggi a tutela dell’ambiente il termine ha iniziato ad indicare: 'un territorio soggetto a tutela al fine di conservare le specie animali e vegetali in esso presenti; in particolare, o. di protezione, o. faunistiche, quelle destinate al rifugio, alla riproduzione e alla sosta della fauna selvatica'. Protezione e salvezza sembrano dunque essere le parole chiave di un’oasi".

"Per queste ragioni, sia ambientali che culturali, la foce del torrente Nervia è stata tutelata, a partire dagli anni ’80, prima come Oasi provinciale, successivamente ai sensi delle normative comunitarie come ZSC (Zona Speciale di Conservazione). Sono quindi state istituite alcune norme specifiche per salvaguardare le specie animali e gli habitat presenti" - sottolineano i volontari - "A partire dal 2015 è stato inoltre approvato un regolamento di fruizione particolarmente vincolante, come misura compensativa della costruzione della passerella ciclopedonale Pelagos. Quest’ultima opera, infatti, ha avuto un forte impatto sull’area, già piccola, frammentandola e aumentando enormemente il disturbo e la frequentazione del sito. Tra le misure presenti nel regolamento, proprio per cercare di tutelare quanto rimane dell’area protetta, viene indicato il divieto di accesso all’oasi, sia alle sponde che alla spiaggia, il divieto di fornire cibo agli animali selvatici e il divieto di transito notturno lungo il ponte ciclopedonale. Norme che sono state ignorate volutamente dagli enti preposti per anni".

"L’equipe dei volontari del Nervia si adopera da alcuni anni e sta cercando di fare rispettare alcune di queste norme, come il divieto di accesso all’area, cercando di spiegare e sensibilizzare la popolazione al rispetto di tale oasi di pace, protezione e salvezza, unica in tutta la Liguria. Se ci pensate, la definizione iniziale calza a pennello per l’oasi del Nervia: è un ultimo tassello di naturalità lungo la costa del ponente ligure, straziata dall’edilizia selvaggia del secolo scorso" - dicono i volontari. 

Le difficoltà nella tutela tuttavia non sono poche: “Molte persone non rispettano i divieti. Siamo persino stati minacciati di aggressione non soltanto verbale, ma anche fisica”, dichiarano alcuni dei volontari, “molti abitanti della zona entrano con cani di razze anche aggressive, quando c'è un esplicito divieto di non entrare nell’oasi con cani e non. Alcuni hanno a più riprese messo in fuga animali in migrazione che si riposavano laddove non li hanno anche sbranati, come avvenuto qualche anno fa con un fenicottero”.

“Noi volontari ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni e vediamo similarmente abbandonata l'oasi stessa. Chiediamo esplicitamente ai comuni una collaborazione delle forze dell’ordine e una tutela, sia dell’oasi che del nostro lavoro di sensibilizzazione quotidiano alla popolazione come volontari. Lavoro che, ai sensi del regolamento di fruizione, sarebbe responsabilità dei comuni di Camporosso e Ventimiglia, che sarebbero tenuti a effettuare controlli nel sito, sebbene questo non avvenga mai. Le multe si ci sarebbero, sono indicate su una cartellonistica scolorita e impossibile da leggere. Perché nessuno interviene? Perché? La situazione è che nessuno fa applicare la legge e noi volontari non abbiamo il potere esecutivo né giudiziario…!" - ironizza l’equipe - "Chiediamo dunque un serio intervento dei comuni e della Provincia di Imperia, affinché siamo sostenuti nella nostra campagna di informazione a sostegno dell’oasi e dei suoi amici animali. Chiediamo garanzie per l’oasi, unica area protetta in questo modo in tutta la Liguria occidentale, e protezione per il nostro lavoro!”.

“Qui non si tratta solamente di dare da mangiare a delle papere, quando non è permesso, come alcuni cittadini affermano quando spieghiamo loro gentilmente che nutrire gli animali non è consentito per diversi motivi, quali gravi danni alla loro salute e una grave malformazione dell’ala causata da un eccesso di carboidrati…qui si tratta di essere tutelati e di svolgere il nostro lavoro in sicurezza. Tra noi ci sono uomini e donne di diversa formazione ed età e non è possibile che ci si senta minacciati o aggrediti anche solo verbalmente da alcuni elementi della popolazione; i comuni devono ed hanno l’obbligo di intervenire” - affermano - "Inoltre, molte persone sono confuse e non capiscono i motivi di questi divieti: spieghiamo loro che si tratta di un’area importantissima per la sosta dell’avifauna nel corso della migrazione, e che anche un disturbo involontario può compromettere il loro riposo e può costringerli ad abbandonare il sito, anche se fortemente debilitati. Per questo è fondamentale rispettare il regolamento e non accedere alla spiaggia o alle sponde".

"Riportiamo qui di seguito uno schema illustrativo esplicativo con le regole da osservare affinché l’oasi del Nervia possa davvero essere protetta e con essa tutti i suoi abitanti animali e non. Invitiamo i cittadini volenterosi e le forze dell'ordine ad unirsi anche per qualche ora al nostro lavoro di volontari per generare empatia, mettersi nei panni dell’oasi del Nervia che possa incarnare davvero finalmente il concetto di oasi nel vero senso del termine, di colei che offre salvezza e protezione alle specie migratorie dopo lunghe ore di volo dall'Africa e altri paesi del bacino del Mediterraneo, e, perché no?, anche ai suoi volontari" - concludono.

Redazione