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Eventi | 07 maggio 2023, 09:54

Standing ovation al Teatro dell'Albero per Mario Perrotta con il suo omaggio a Italo Calvino

"Perrotta è una attore di qualità eccelsa e come pochi altri capace di tenere fra le mani il cuore e il cervello del pubblico in 80 minuti tirati, durante i quali non si ode un fruscio né un respiro"

Mario Perrotta

Mario Perrotta

Standing ovation ieri sera sabato 6 maggio, per il quarto appuntamento della ventesima rassegna organizzata dal Teatro dell’Albero di San Lorenzo al Mare, i fedeli spettatori hanno incontrato per la terza volta Mario Perrotta che è autore, regista (insieme a Paola Roscioli) e interprete dell’atto unico 'S/Calvino o della libertà'. 

"Dopo il suo strepitoso Ligabue – portato al teatro dell’Albero nel 2019 - Perrotta affronta un altra figura di diverso, di emarginato, un nano, un essere umano fortemente impedito nel movimento e nella parola, che nella solitudine di una  corsia del Cottolengo riflette idealmente sulla libertà coinvolgendo i  compagni ricoverati con lui e noi pubblico, noi apparentemente 'liberi' poiché privi di ogni impedimento fisico.

L’idea iniziale prende corpo dal racconto di Calvino 'la giornata di uno scrutatore' (1953) e con Calvino si misura tutto il testo teatrale che ne mantiene l’impronta e lo spirito. Questo riflettere sulla libertà da parte di un uomo completamente prigioniero del proprio corpo assume una forza dirompente, vivificata dai legami con le opere calviniane che Perrotta indaga con acutezza e passione, in modo totalmente originale, legando l’anelito alla libertà dei personaggi di Calvino al desiderio di libertà di uomini costretti in letti di contenzione in modo irreversibile. I passaggi noti di alcuni testi capitali (tra cui Il barone rampante, Il cavaliere inesistente, Le città invisibili, Palomar) ci vengono restituiti con una forza narrativa e uno scavo intimo che testimonia la lunga consuetudine di Mario Perrotta con essi, interiorizzandoli fino a farne carne e teatro, ma c’è di più in questo testo sorprendente. C’è anche il desiderio, umanissimo, di essere guardati e visti come uomini veri e non solo come pazienti psichiatrici e handicappati fisici, di essere toccati e considerati non solo per accudire i  corpi deformi ma per ottenere il riconoscimento di esseri umani.  Solo l’amore ci rende veramente uomini e allora, pur costretto dal proprio limitante angolo di visuale, il protagonista cerca disperatamente un contatto vero con gli occhi di chi lo accudisce ma si rende conto che gli uomini sani e liberi non vedono e non capiscono, prigionieri come sono del proprio corpo, delle proprie pulsioni e delle limitazioni mentali che si autoimpongono durante la loro vita, irrequieti, angosciati, con l’affanno dell’esistenza e anche questo ha profondamente a che fare con la mancanza della libertà. Mario Perrotta è una attore di qualità eccelsa e come pochi altri capace di tenere fra le mani il cuore e il cervello del pubblico in 80 minuti tirati, durante i quali non si ode un fruscio né un respiro. Seduto su una sedia girevole con un microfono in mano canta, ritma come un rapper, narra questo suo testo così denso ma insieme rapido, esatto e leggero come sarebbe piaciuto a Italo Calvino. Più volte finalista e premiato ai premi UBU e Hystrio sia come attore che come autore Perrotta ci consegna una drammaturgia che entra con piena dignità fra i testi più significativi della letteratura teatrale di questo Paese".

C.S.

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