Attualità - 02 maggio 2023, 17:29

Sanremo: 'Il tesoro di Putin' ai Martedì Letterari, l'autore "I sequestri degli yacht sono partiti proprio da qui" (Video)

"La storia è quella di un’influenza che, attraverso banche, affari, gas e spionaggio, hanno contribuito a far cadere il governo di Draghi"

I ‘Martedì Letterari’ del Casinò di Sanremo hanno ospitato oggi un argomento di grande attualità con lo scrittore e giornalista Jacopo Iacoboni che ha parlato del suo ‘Il tesoro di Putin’ (Edizioni Laterza), un’inchiesta accurata e basata su riscontri documentali sulle trame oscure che legano il patrimonio e gli interessi politici e finanziari di Vladimir Putin alle reti personali e affaristiche degli uomini e delle donne a lui più fedeli, in una mappa dettagliata che da Mosca si estende a tutta l’Europa e non solo.

Con una domanda di fondo: come sta cambiando l’assetto del potere russo in seguito alle sanzioni dovute alla guerra? Non potrebbe esserci contrasto più stridente tra le invettive ideologiche nazionaliste e ortodosse della Russia di Putin contro l’Occidente e la ‘dolce vita’ che Putin, la sua famiglia e i suoi fedeli amici conducono proprio in Occidente, e preferibilmente in Europa.

Iacoboni ha così presentato il suo libro: “Proprio da Sanremo e Imperia sono partiti i sequestri, quando c’era ancora il governo di Mario Draghi. Ci siamo concentrati sulla rete che si è sviluppata in Italia e in Europa e, in questo libro cerchiamo di restare sulle persone più vicino all’universo di Putin. Tra l’altro uno dei quattro suoi yacht più grandi è stato sequestrato in Italia ed aveva una struttura di prestanome piuttosto complessa. I russi amano sicuramente l’Italia nei loro investimenti, in particolare tra Liguria e Sardegna ma la storia è quella di un’influenza che, attraverso banche, affari, gas e spionaggio, hanno contribuito a far cadere il governo di Draghi. Il nostro è stato un epicentro, insieme al Regno Unito, quanto a penetrazione di capitali e operazioni di interferenza russe”.

Che effetto hanno avuto le sanzioni? “Ci sono molti oligarchi, anche del giro putiniano, che hanno perso buona parte del proprio patrimonio, come ad esempio Roman Abramovich. Ma, il punto vero delle sanzioni non è certo quello di fare andare sul lastrico gli oligarchi. Quelle più importanti riguardano il gas e il petrolio russo, che hanno portato a un buco nel bilancio fino 34 miliardi di euro. Per loro, nel medio e lungo termine sarà difficile per la nazione russa rialzarsi. E’ un grosso colpo nei loro confronti e, molti dei personaggi avevano interessi nel settore energetico”.

Cosa potrà accadere una volta terminata la guerra, per Putin e gli oligarchi, ovviamente sul piano economico? “E’ difficile a dirsi perché credo che Putin non potrà sopravvivere politicamente alla guerra e già se ne parla tra gli oligarchi in un ipotetico ‘dopo Putin’. Oltre agli oligarchi la componente del potere che ruota attorno a Putin ci sono anche i militari e penso che, proprio da lì arriverà la sua sostituzione. E non è detto che avvenga in senso democratico”.

Il libro cerca di illuminare questo contrasto raccontando la faccia nascosta degli affari degli oligarchi e della famiglia di Putin. Attraverso una vasta mole di documenti societari, testi delle direttive europee, rapporti di intelligence, inchieste delle polizie finanziarie sui beni da sequestrare ai russi sanzionati in Europa e in Occidente, si racconta una controstoria che scorre parallela al massacro dei civili e alla guerra in Ucraina. Con il conflitto è iniziata peraltro una nuova stagione: la caccia agli asset degli oligarchi, una caccia ai quattro angoli del mondo tra oscure e intricate costruzioni societarie, prestanome e potenti studi legali internazionali, gli enablers, i facilitatori occidentali della corruzione del Cremlino, che cercano di evitare congelamento e sequestro dei beni dei russi. Un romanzo planetario dal quale dipende anche la futura sicurezza delle democrazie contro la cleptocrazia più vicina e minacciosa per l’Europa.