Eventi - 20 aprile 2023, 10:55

Sanremo: la cantautrice Helle presenta il suo nuovo album “La Liberazione” nella sede del Club Tenco

Appuntamento domenica alle 18. Il 28 aprile on-air il primo singolo “Simone”

La copertina di “La Liberazione”

La cantautrice bolognese Helle ha scelto Sanremo per la presentazione del suo nuovo album “la Liberazione”.
L'appuntamento è fissato per domenica 23 aprile alle 18 nella sede del Club Tenco agli ex magazzini ferroviari sul lungomare Italo Calvino.

Il secondo disco della cantautrice e producer bolognese si ispira alla storia di un amore perduto.
Helle si fa narratrice, attraverso un folk essenziale ed un linguaggio diretto, del ritorno all’istinto e alla libertà primordiale; una storia in cui amore, natura e debolezze umane si incontrano e si separano. Una decisa virata sonora e stilistica rispetto al pluripremiato disco d’esordio “Disonore”, ma capace di coniugare nuovamente in maniera moderna e urban il songwriting, senza tralasciare del tutto la vena poetica di “Carovane”, la raccolta di poesie appena pubblicata dalla stessa cantautrice. 

La vaga ispirazione letteraria di questo concept album è la tragica vicenda di Ofelia, raccontata nell’Amleto di Shakespeare. Le canzoni raccontano la storia di una ragazza che decide di gettarsi in un fiume dopo una delusione amorosa. Mentre affoga, l’acqua che scorre rievoca il suo passato, cullandola e trasportandola nei ricordi che l’hanno spinta a compiere quella decisione. Nella conclusione, l’ascoltatore non saprà se la donna sia passata oltre, se si sia salvata o se abbia del tutto perso il senno, ma vi stiamo già svelando il finale: lei ha trovato la pace!

Il tema dell’infanzia, dell’amore come ridicolezza e innocenza bambina, capace di appropriarsi solo di chi lo vive veramente, è il protagonista della copertina dell’album. Questo concetto, ovvero il ritorno all’istinto, alla libertà primordiale dell’uomo (e dunque una visione dionisiaca) si lega alla scelta del genere musicale scelto per la raccolta, ovvero un folk estremamente spoglio, essenziale. Il linguaggio è quasi sempre diretto e conciso, semplice. Con il rivelarsi del finale, l’aspetto dionisiaco va indubbiamente a farsi più evidente. Il tema della libertà viene affrontato su tre diversi fronti: la droga, l’amore e la natura.

La raccolta si può dividere in due parti: la prima e successiva alla canzone introduttiva, racconta il passato della narratrice su uno sfondo prettamente urbano, mentre la seconda parte si concentra sulle considerazioni riguardo il senso della vita e del proprio io, e vi è un’immersione nella natura. Con l’apertura “Nessuno mi ha vista pt. 1”, la ragazza si tuffa nel fiume. “Cani Liberi”, il secondo brano, segna l’inizio dei ricordi interrotti solo alla fine dalla voce narrante della protagonista, che ricorda a se stessa, e al fiume, dove ha incontrato l’amore. “Baby!” introduce la personalità di quell’uomo, un uomo con dei problemi di dipendenza, solitario, indomabile. Con “Orme” ecco le strade immorali e pericolose imboccate con lui per il solo sfizio di sentirsi liberi, una libertà che la narratrice non sente interamente propria, giusta, o vera. Nella conclusione di questo brano incontriamo la descrizione del popolo della droga, un popolo giovane e schiavo di una guerra tragica e silente. A proposito di questo, nella canzone “Simone”, la ragazza cercherà di parlargli un’ultima volta, ma inutilmente. “Visto e passa” è la prima delle canzoni riflessive. Combattuta col dolore della perdita, la narratrice è pronta a fare i conti con la sua natura romantica. “Lisù” affronta un’ultima volta il senso della mancanza, dell’amore vero come fede in un’inutile attesa. Una volta raggiunto il fondo, il vicolo cieco, insomma, la ragazza portata dall’acqua si sente improvvisamente avvolgere nuovamente dalla stretta della “Gioia”, parola che si fa titolo della canzone stessa successiva. Questa gioia non è, però, data dall’amore, o dal successo, o dallo sciocco bisogno di farsi giusti cavalieri della propria esistenza: come vediamo approfondito nella canzone che seguirà, “Natura”, sarà l’esistenza stessa, ovvero affondare i piedi nel fango della Madre Terra, a farsi Dio della protagonista. Qui prenderà coscienza della sua natura romantica, e dunque accetterà la decadenza di quel suo credo, e - conseguentemente - di ogni credo possibile. Ofelia, è citata indirettamente nella canzone “Visto e passa”, o in “Gioia”, quando viene menzionata la ghirlanda. L’ultimo brano, “Nessuno mi ha vista pt. 2”, descrive la beffa della narratrice: «Nessuno mi ha vista passare!», dice, ridendo di se stessa e del mondo.

C.S.