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Attualità | 19 aprile 2023, 13:10

Lo scrittore e poeta imperiese Giuseppe Conte fra il Vietnam e la Ville Lumière

Nel grande paese dell'Indocina è stato tradotto il suo libro "Dante in love" mentre nella Ville Lumière venerdì sarà ospite al Festival du livre de Paris in cui l'Italia è l'invitata d'onore nell'ambito di uno spazio titolato "Italissimo"

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte

Dal Vietnam a Parigi. Giuseppe Conte, scrittore e poeta nato a Imperia e residente a Sanremo, da tempo solida realtà della letteratura mondiale, in questi giorni ha visto acquisire due nuovi importanti riconoscimenti. Nel grande paese dell'Indocina è stato tradotto il suo libro "Dante in love" mentre nella Ville Lumière venerdì sarà ospite al Festival du livre de Paris in cui l'Italia è l'invitata d'onore nell'ambito di uno spazio titolato "Italissimo". E, sempre in Francia, è stata tradotta la sua raccolta di poesie "Ferite e rifioriture", edita in Italia da Mondadori. Conte sarà ospite insieme a personalità di spicco della cultura italiana come Ezio Mauro, Giordano Bruno Guerri, Erri De Luca, Maurizio De Giovanni, Milo Manara e Franco Cardini.

Intanto "Dante in love" (il libro dove Conte immagina che al Divin Poeta sia concesso, una volta l'anno, di scendere dal paradiso sulla terra e a Firenze), dopo essere stato tradotto, fra i molti paesi, anche in Turchia e in Iran, ecco ora l'edizione che da qualche giorno figura nelle librerie del Vietnam. "E' la testimonianza - afferma Conte - della potente attrattiva e della risonanza mondiale esercitata da Dante". Lo scrittore fa davvero professione d'umiltà. Perché, fra i molti libri su Dante scritti due anni fa in concomitanza dei settecento anni dalla morte, quelli tradotti all'estero sono sicuramente pochissimi se non addirittura uno solo: quello, appunto, di Conte. Il sanremese, in passato proposto per il Premio Nobel, ha visto finora tradurre le sue poesie in venti lingue e i suoi romanzi in otto.Tutti gli idiomi più importanti al mondo, compreso il cinese. Intanto è partito per Parigi dove alle 12 di venerdì, al Gran Palais Ephémère, terrà un reading titolato "Bleussures, refleurissements et autres mythes". "Ero - ricorda Conte - tra gli invitati 21 anni fa. Al fianco di Mario Luzi. Ero giovane vicino al vecchio poeta. Oggi il vecchio sono io".

Nel suo intervento Conte parlerà anche di Calvino. «Al quale - dice - devo molto. Calvino scrisse la prefazione del mio libro 'L'oceano e il ragazzo' che venne subito tradotto in Francia e Stati Uniti». E se si soffermerà parecchio sulle sue poesie in francese tradotte da Christian Traveaux, ci sarà spazio anche per altri poeti. «Poeti liguri - afferma Conte - come i miei maestri Camillo Sbarbaro ed Eugenio Montale. Ma anche Ungaretti e Baudelaire».

Accade, spesso, che non si sia profeti in patria. Ad esempio il suo libro "Il terzo ufficiale", è più conosciuto in Francia (dove su Le Monde comparve una straordinaria recensione) che in Italia. Conte, nel panorama letterario, è stato un precursore. Iniziò a soffermarsi sulla natura negli anni Settanta e su altri temi, come il mito, oggi invece dibattuti in maniera molto estesa. «Non sono mai stato di moda - sentenzia con un sorriso - e per questo non sono mai passato di moda».

Redazione

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