“Gestione rifiuti a Diano Marina: i cittadini si lamentano solo per abitudine o hanno qualche ragione? E la sanzione europea di oltre 30.000 euro pagata per il mancato raggiungimento degli obiettivi europei di RD finisce nelle bollette TARI?”
Sono le domande del circolo locale di Rifondazione Comunista che, negli ultimi 15 anni, ha insistito con tutte le amministrazioni comunali della Provincia ribadendo che l’obiettivo di decenza nella gestione dei rifiuti urbani è quello di ‘rifiuti zero’: “Un preciso protocollo tutt’altro che fantascientifico – prosegue - che impegna le comunità locali nel percorso di una gestione dei rifiuti efficace, economica e consapevole. Oltre 250 Comuni Italiani (per non dire nel mondo, da San Francisco a Camberra) lo hanno fatto raggiungendo in uno o al massimo due anni una differenziata vera (con destinazione certa e coerente del materiale differenziato) dal 70 all’85 %. A Diano Marina Rifondazione ha anche organizzato nel 2014 uno specifico convegno con Alessio Ciacci, uno dei massimi esperti sull’ argomento con specifica esperienza amministrativa nella gestione del porta a porta. Tempo sprecato con amministrazioni che scelgono di essere sorde all’ innovazione e senza il coraggio di immaginare un futuro: la quote ufficiali di differenziata nel 2021 in Provincia sono penose, vergognose ed imbarazzanti per un territorio giustamente decantato per la sua bellezza e per il generale benessere. Diano Marina è uno dei peggiori comuni da questo punto di vista, con un ridicolo 32 % che è costato una penale di 30.360,03 € all’ UE ovviamente pagata dai cittadini. L’attuale amministrazione risponderà che dal 2022 tutto è cambiato”.
“Ci permettiamo di osservare che il sistema adottato – va avanti Rifondazione - oltre ad aver mantenuto i cassonetti stradali che invece devono essere eliminati, è del tutto inefficace dal punto di vista di una vera gestione ambientale dei rifiuti basata su riduzione, riuso, recupero e, infine, RD e riciclo. La situazione è addirittura ridicola nelle frazioni dove ai cassonetti grandi si sono sostituiti più cassonetti piccoli dotati di una chiave di assai difficoltoso utilizzo e senza alcun controllo della filiera. In centro città le ‘isole ecologiche’ sono centri di turismo gastronomico per gabbiani e topi che, per fortuna (!) ripuliscono almeno in parte la nostra sporcizia: si fa presto a dare la colpa ai cittadini, ma l’apertura dei cassonetti è spesso difficoltosa e faticosa, specie per gli anziani e non tutti gli occupanti delle seconde case dispongono della scheda”.
“La gestione rifiuti – termina Rifondazione - deve essere un’operazione collettiva con forte responsabilizzazione e vere consistenti premialità nel costo del servizio, mentre ora si incentiva l’utilizzo dell’indifferenziato anonimo e l’abbandono selvaggio di ingombranti, quest’ultimo per lo più dovuto alla mancata formazione dei cittadini ed alle pesanti tariffe TARI che incentivano un menefreghismo incivile. In ultimo ricordiamo che i costi per la derattizzazione, già del tutto inutile in ambienti aperti come le città, sono resi ulteriormente ridicoli con la permanenza dei cassonetti, prima e praticamente unica fonte di alimentazione per i roditori e, ovviamente, per i cinghiali”.