Attualità - 21 marzo 2023, 18:38

Siccità, Giovani Impresa Coldiretti Imperia: “L’intero comparto rischia il collasso"

"Ma la Regione Liguria osserva dalla finestra”, accusano gli imprenditori

Se non ci saranno precipitazioni copiose, potrebbero essere 3,5 milioni gli italiani che dovranno fare i conti con il razionamento dell’acqua potabile nel corso del 2023: i dati arrivano dall' Associazione nazionale dei consorzi di bacino. Dal punto di vista climatologico, l’invero appena trascorso, è stato il quinto più caldo in Italia dal 1800 con una temperatura superiore di 1,21 gradi rispetto alla media storica, ma il dato preoccupante - secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr – è 1,38 gradi in più al nord, dove si registra peraltro una siccità storica. 

L’inverno - dichiara Giole Calvi portavoce di Giovani Coldiretti Imperia - ha lasciato il nord ovest a secco, Liguria compresa, con precipitazioni al di sotto della media segnando un – 50/55%.  Sono circa 3 mila le imprese agricole tra olivicole, zootecniche, vitivinicole, floricole e ortofrutticole che operano sul nostro territori e necessitano di interventi mirati e urgenti. Siamo a rischio e, purtroppo, lasciati soli”.

"In Italia, solo l’11% dell’acqua piovana viene raccolta in piccoli invasi e reti di distribuzione. In provincia di Imperia, in diverse aree, non esiste un sistema di irrigazione agricola, non vi è   manutenzione delle poche reti esistenti e - aggiunge Calvi - “ in alcune condotte dell’acqua potabile si registrano ( causa guasti) perdite medie che superano il 30% della portata. Una gestione - incalza il portavoce di Giovani Impresa - scellerata che porterà, se non cambia immediatamente, ad un collasso dell’intero comparto sotto gli occhi di tutti. La Regione Liguria, in silenzio, continua ad osservare dalle finestre quanto sta accadendo. Siamo giovani ma non sprovveduti !. Da tempo proponiamo soluzioni, progetti, idee vedi, ad esempio, il riutilizzo delle acque del depuratore ma…solo parole”.

"Per fare e quindi poter accedere ai finanziamenti previsti dal PNRR e dal fondo di coesione nazionale è necessario creare di un consorzio di secondo grado che raggruppi tutti i piccoli consorzi irrigui presenti sul territorio, lasciando a questi ultimi l’autonomia gestionale. L’acqua è un bene primario senza acqua non c’è vita".  

"Cosa deve ancora accadere affinché si prenda visione di quanto sta accadendo?  Non serve fare proclami se poi non si è coerenti e consequenziali". 

Redazione