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Attualità | 11 marzo 2023, 12:53

Hikikomori: una ricerca sul nuovo pericolo per i giovani del docente universitario sanremese Vincenzo Cascino

Il professor Vincenzo Cascino, docente di filosofia al liceo Cassini e all'Università di Genova, ha ultimato una indagine su 800 ragazzi

Hikikomori: una ricerca sul nuovo pericolo per i giovani del docente universitario sanremese Vincenzo Cascino

Un docente sanremese ha portato a termine una ricerca sul nuovo ed ultimo pericolo che investe soprattutto i giovani: l'hikikomori.

Il professor Vincenzo Cascino, docente di filosofia al liceo Cassini e all'Università di Genova, ha ultimato una indagine su 800 ragazzi pubblicata nei ‘Quaderni di Psicoanalisi & Psicodramma Analitico’ che evidenzia i danni da abuso di internet attraverso i social. Titolo: ì"Il tempo come linguaggio plurilitico della generazione Igen. Dal reale come cura al virtuale come malattia’. La generazione Igen, ricordiamo, è la prima cresciuta con a disposizione web e smartphone.

Ma cos'è l'hikikimori? "Il neologismo, di origine nipponica - spiega Cascino - deriva per unione da due termini, hiku, tirare, e komoru, ritirarsi, e sta a indicare la situazione di chi ha deciso di ritirarsi dalla vita sociale sino all'estremo isolamento. Infatti gli adolescenti ritirati sociali che sostituiscono i rapporti diretti con quelli mediati da Internet si chiamano appunto hikikomori. Il fenomeno nasce in Giappone e la sua origine ufficiale risale attorno al 2006 anche se il primo campanello d'allarme si ha attorno agli anni '80. In Giappone oggi è considerato come il più grande pericolo psicosociale tanto è vero che è stata inoltrata domanda formale all'Onu e all'Oms affinché fosse rubricata come potenziale piaga sociale che può annichilire intere nazioni".

In Italia oggi sarebbero già più di 50mila i giovani che si sono ridotti in questa fuorviante e pericolosa condizione. La ricerca ha mirato ad accertare se i livelli di depressione e rifiuto dei propri pari sia maggiore negli adolescenti che ricorrono ai social network per 29,86 ore la settimana rispetto a un gruppo che li utilizza per 16,86 ore. E' risultato che i livelli di depressione sono  maggiori, così come il rifiuto, tanto più tempo i giovani trascorrono nel mondo virtuale. Cascino li ha definiti "autistici digitali". Chi abusa della rete si isola, si chiude in camera, vive una dimensione notturna e il giorno chiude le finestre odiando la luce.

La ricerca è molto approfondita, di grande interesse e con molti particolari. Ad esempio si sofferma sul modo di conoscere persone dell'altro sesso e corteggiarle via social fino all'invasione degli smartphone. Si legge così come in "Italia vi siano più smartphone che abitanti (www.iquii.com): sono circa 97 milioni le carte SIM attive (ciò non significa 97 milioni di smartphone), ma solo il 41% degli italiani ne è dotato, per una penetrazione dei dispositivi mobili pari al 158%". Una mania (nel senso del termine, di disturbo mentale) vera e propria. "Da Tokyo a Londra, dall'Australia all'Italia - scrive Cascino - il copione è simile: molti clienti si sono messi in fila in piena notte, a volte con tanto di sdraio, in modo da rendere più comoda l'attesa, pronti a sopportare anche 10 ore di coda per accaparrarsi il nuovo dispositivo mobile".

Vincenzo Cascino è nato, nel 1965, a Vittoria (Ragusa) e vive a Sanremo dove opera come docente di storia e filosofia al liceo Cassini. Svolge inoltre attività professionale di docente a contratto all'Universita di Genova presso il dipartimento Dafist, cattedra di psicopedagogia. Al suo attivo attivo oltre cento pubblicazioni tra articoli, monografie e manuali.

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