Non chiamatela ‘festa’. La Giornata Internazionale della Donna è un momento di riflessione, di analisi e di ricordo in un momento storico nel quale ancora sono vivi temi quali i diritti, l’uguaglianza e la lotta alla violenza di genere.
Sanremo porta in alto oggi la voce autorevole della sua vice sindaco, donna di amministrazione ma anche donna di volontariato, impegnata da anni al fianco di chi ha bisogno. Costanza Pireri è un pilastro della vita pubblica matuziana e il suo intervento non poteva mancare nella giornata simbolo della riflessione su temi tanto attuali quanto ancora molto radicati nella società contemporanea.
“L’otto marzo è una data particolare, anche se non sono molto propensa nel festeggiare la donna che, invece, andrebbe rispettata in ogni secondo della vita - commenta la vice sindaco e assessore ai Servizi Sociali Costanza Pireri - la giornata si basa su un ricordo piuttosto triste, c’è poco da festeggiare. Oggi la donna è ancora in sofferenza se pensiamo all’aspetto lavorativo e alla parità dei diritti abbiamo ancora problematiche importanti sia sul lavoro che nell’inserimento. Ci stiamo lavorando, ma siamo ancora lontani dalla parità dei diritti tra donna e uomo”.
Un grande lavoro va fatto sulle nuove generazioni: “Penso si debba trasmettere ai nostri giovani la cultura del rispetto dei diritti, è elemento imprescindibile. Se non iniziamo con i giovani avremo ancora uomini protagonisti dei casi che vediamo a centro antiviolenza. Vediamo ancora violenza psicologica, è un tema molto forte. Non è pensabile che un uomo dia 10 euro alla donna per fare la spesa, le chieda gli scontrini e la riprenda perché ha speso troppo. Serve la cultura del rispetto”.
E Sanremo a che punto è? “Mi occupo di volontariato da molti anni e sono orgogliosa di farlo, Sanremo è una città come molte altre e al di là dell’apparenza del Festival ha le sue nicchie di sofferenza per le donne - risponde Pireri - abbiamo anche un problema interculturale con donne di altri Paesi che fanno fatica a integrarsi per via di ideologie e culture diverse. Dobbiamo aprirci anche a loro”.