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Politica | 24 febbraio 2023, 18:05

Milleproroghe, il presidente Mattarella firma il decreto: concessioni estese a tutto il 2024

Il Capo dello Stato ha espresso alcune riserve sulla questione ricordando le incompatibilità col diritto europeo e altre decisioni giurisdizionali chiedendo di limarle

Milleproroghe, il presidente Mattarella firma il decreto: concessioni estese a tutto il 2024

La Camera dei Deputati aveva dato il suo ok definitivo nella serata di ieri (23 febbraio, ndr), quest'oggi il nuovo Milleproroghe ha ricevuto l'assenso decisivo da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, pur esprimendo alcune riserve sul merito e sul metodo del decreto, ha posto la sua firma su di esso.

Una notizia che tutto il mondo balneare attendeva e che, salvo ribaltoni futuri, consentirà agli imprenditori del settore di mantenere le concessioni demaniali per i litorali concesse fino a tutto il 2024, rinviando quindi di un anno quanto previsto lo scorso agosto dal ddl "Concorrenza". Compresa la possibilità, per quelle amministrazioni comunali che incontrino oggettive difficoltà nella redazione dei bandi come contenziosi o carenza di risorse umane, di far slittare tale scadenza al 31 dicembre del 2025.

Non solo. Un emendamento, approvato col decreto, stoppa le eventuali gare fino al 27 luglio del prossimo anno per concedere al Governo di completare la mappatura del demanio marittimo per censire quali e quante spiagge siano libere oppure occupate.

Questa motivazione è stata inoltre valida per posticipare la scadenza di un anno, insieme alla volontà di istituire un tavolo tecnico tra ministeri competenti e associazioni di categoria per concordare i contenuti della riforma del mondo balneare.

La firma dal Capo dello Stato è comunque arrivata, come detto, con una riserva proprio legata al tema. Nella lettera di accompagnamento alla firma, Matterella ha sottolineato l'esistenza di "profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali" che "rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento".

Insomma, una sorta di richiesta di correggere quelle norme che potrebbero essere fonte di ulteriori ricorsi sul tema assicurando "l’applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti".

Redazione

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