Attualità - 21 febbraio 2023, 10:40

Giornata nazionale del Braille: l'Unione italiana ciechi e ipovedenti Onlus di Imperia ricorda l'invenzione

Il metodo, che prende il nome dal suo inventore Louis Braille, è un alfabeto tattile che si sente con il tatto, infatti ogni lettera corrisponde a una combinazione di puntini in rilievo e di spazi che i non vedenti decifrano toccandoli con le dita.

Anche l'Unione italiana ciechi e ipovedenti Onlus-APS di Imperia celebra l'odierna Giornata nazionale del Braille. Grazie a questa geniale invenzione le persone con difficoltà visiva  possono leggere e scrivere testi, spartiti musicali, formule chimiche ed addirittura È stata adattata per 800 lingue e traduce anche gli ideogrammi cinesi.

"Il metodo di scrittura/lettura Braille ha quasi duecento anni, ma non è ancora sorpassato, anzi è ancora oggi un sistema di comunicazione prezioso per milioni di ciechi in tutto il mondo e perciò, ogni 21 febbraio, l'Italia lo festeggia con la Giornata nazionale del braille. - sottolinea il presidente Fabrizio D’Alessandro - Il metodo, che prende il nome dal suo inventore Louis Braille, è un alfabeto tattile che si sente con il tatto, infatti ogni lettera corrisponde a una combinazione di puntini in rilievo e di spazi che i non vedenti decifrano toccandoli con le dita. Gli spazi e i puntini sporgenti vanno disposti dentro un rettangolo grande quanto un polpastrello e possono formare 64 caratteri diversi lettere, numeri, accenti e segni di punteggiatura, ma anche operazioni matematiche, formule chimiche e spartiti musicali".

"Una versione digitale è adoperata da apposite tastiere, definite barre-Braille, che sono in grado di far apparire i caratteri tattili e che, se attaccate a computer, tablet o smartphone, riescono a trasformare in braille, una riga per volta, il contenuto testuale di un ebook o di un sito web. Il braille insomma, si è messo al passo con le nuove tecnologie, tanto che oggi molti non vedenti leggono sfruttando entrambi, ossia con una mano toccano la tastiera braille e contemporaneamente ascoltano lo stesso testo riprodotto dalla voce artificiale del pc. - aggiunge - Per decifrare velocemente le lettere con le dita, bisogna allenare molto i polpastrelli. Perciò chi ha difficoltà visive fin da bambino di solito ha tempo per imparare il braille; viceversa, chi ha perso la vista solo in età adulta spesso non sa usarlo e conosce solo i simboli principali, indispensabili per leggere le scatole dei medicinali, i numeri sui pulsanti dell'ascensore o giocare a carte. Per rendere più semplice e divertente l'apprendimento del codice, la Lego oggi produce mattoncini con impressi i caratteri braille che i bambini usano per familiarizzare con lo speciale alfabeto".

"In Italia i libri in braille sono segnalati in un elenco aggiornato dalla Fondazione Lia oppure possono essere presi in prestito alla Biblioteca Italiana per i Ciechi di Monza, dove si può anche chiedere la traduzione in braille di uno specifico titolo. Il geniale Louis Braille nacque nei sobborghi di Parigi nel 1809 ed a soli 3 anni perse la vista giocando con un punteruolo nella bottega del padre. È il 1812 e all'epoca per una persona cieca la vita è destinata a trascorrere tra mille difficoltà. I genitori di Louis, però, non si rassegnano a quel futuro per il figlio e lo incentivano a studiare, tanto che a dieci anni - per la sua bravura e i suoi ottimi voti a scuola - Braille viene ammesso all'Istituto per Giovani Ciechi di Parigi dove impara a leggere tastando grandi lettere di piombo con cui, però, non può scrivere. In quegli anni, in Francia, il soldato Charles Barbier aveva inventato un codice di puntini in rilievo per permettere alle truppe al fronte di leggere messaggi usando il tatto e quindi di comunicare anche al buio, senza farsi scoprire dai nemici".

"Quando Barbier presenta la sua invenzione nella classe di Louis, il giovane capisce che quel sistema può essere utile anche ai non vedenti e per anni si dedica a perfezionare il metodo fino a trasformarlo, nel 1829, in una vera e propria lingua con cui le persone cieche possono leggere e scrivere. La rivoluzione di Braille fu trasformare le lettere in combinazioni di punti sporgenti delle dimensioni di un polpastrello, che possono essere lette velocemente e soprattutto essere scritte, imprimendole con un punteruolo, a rovescio, su un foglio di carta. L'inconveniente di questo metodo è che per stampare libri in braille è piuttosto costoso, serve infatti una stampante capace di imprimere rilievi sui fogli, una carta spessa e molto spazio poichè una pagina scritta normalmente corrisponde a 3-4 pagine in braille. Il rivoluzionario inventore morì nel 1852 e riposa nel Pantheon di Parigi" - conclude Fabrizio D’Alessandro.

C.S.